Elenco blog personale

mercoledì 27 agosto 2014

Di dubbi, di sesso e di altre meraviglie



Ho sempre delle difficoltà a definirmi donna. Preferisco considerarmi una ragazza, a dispetto dell’anagrafe. 
C’è invece chi, forte della giovane età, tende a precisare di non essere ancora un uomo, difendendo con orgoglio la propria condizione di “ragazzo”.

Ma queste posizioni così chiuse e definite, a chi servono?

Per settimane, mi sono interrogata circa la convenienza di incontrare un ragazzo tanto più giovane di me, presentando a me stessa tutti i lati negativi di una frequentazione simile, ma alla fine, la mia curiosità e la voglia di ficcarmi in situazioni “bizzarre”, hanno avuto la meglio.

Mi sono affacciata a questa esperienza con qualche incertezza, ma con estrema allegria, con leggerezza. Con la certezza che, qualsiasi cosa avessi potuto trovare, mi avrebbe fatto bene. Non avere pretese, a volte, può fare miracoli!

Più volte ho scritto di quanto sia solita portare avanti convinzioni tutte mie, che poggiano su un mio modo personalissimo di considerare il mondo, le persone.

È estremamente entusiasmante poter affermare quanto, questa volta, mi sia sbagliata.



Dopo le prime volte, si era fatta spazio in me la quasi certezza di avere carta bianca.

L’assoluto controllo della situazione.

Un dominio basato sul piacere che provo quando vedo un uomo godere attraverso la mia bocca.

Il nostro gioco, alimentato dallo scambio di fantasie, intenzioni più o meno reali, e testimonianze dei nostri reciproci desideri, nel nostro ultimo incontro mi ha dato qualcosa in più. Ha iniziato a stupirmi.

Credo sia il suo modo insolente di sfidarmi, a piacermi tanto. 
Non mi piace essere contemplata e adorata. Lui mi stuzzica, fa leva sul mio orgoglio di giovane donna, ed è questo che mi spinge a dimostrargli che l’età ha un valore relativo. 
Ma in realtà, lui lo sa già. 
Ed è proprio durante uno degli incontri più recenti che mi ha dimostrato che, nonostante sia un ragazzo, scopa come un uomo.

Io so cosa ha provocato tanta eccitazione in me: l’imposizione della sua volontà.

Sentirlo esercitare la sua forza fisica su di me, sin da quando ha morso i miei capezzoli, mi ha obbligata a sottomettermi ai suoi ordini.

Mi sono sentita frastornata, lo ammetto. Specie quando, dopo avermi spalancato le cosce per leccarmi, trattenendomi i polsi con forza, mi ha obbligata ad inginocchiarmi davanti a lui. Mi ha afferrata per i capelli, e mi ha imposto di aprire la bocca e succhiarglielo. 
Io ho obbedito, quasi senza fare storie. 
Adoro averlo tutto in bocca, quasi sul punto di soffocare.  
Non mi stanco mai. Specie se è lui a dettare i movimenti.

Ho succhiato diligentemente, fino a quando mi ha colpito il viso con la mano.

Per un istante ho sollevato lo sguardo, come per dimostrargli il mio disappunto (dovuto a ricordi ormai passati), ma poi lui lo ha fatto ancora, e ancora. E a me è piaciuto tantissimo. Continuavo a sentirlo crescere nella mia bocca, e mi sentivo totalmente di sua proprietà.

Come un oggetto.

Ed il fatto che fosse una mia scelta, mi eccitava ancora di più.

Siamo andati avanti così, fino a quando, la voglia di sentirlo dentro di me, è diventata una necessità fisica.

A quel punto, l’ho pregato di scoparmi. E naturalmente, lui non mi ha accontentata subito.

Ha aspettato che gli dicessi che ne sentivo il bisogno, e solo alla fine è entrato in me, facendomi sentire piena, appagata. 
Per rendere tutto ancora migliore, ha scelto di venire in bocca, ed io ho bevuto, tutto. 
E dopo, l’ho anche leccato con cura. Non potevo permettere che anche solo una goccia andasse sprecata!




lunedì 25 agosto 2014

L'interpretazione dei sogni

Ero in una vecchia stazione ferroviaria.  
Indossavo un cappotto grigio, che lasciava intravedere l'orlo di una gonna a pieghe, e degli stivali bassi. Tenevo le mani su una tracolla di cuoio, un basco di lana lasciava liberi soli pochi riccioli, sul viso, e gli occhiali mi riparavano gli occhi dal vento.
Prima di arrivare ai binari, c'erano bancarelle che, in un altro momento, avrei trovato irresistibili, ma non potevo fermarmi. Avevo fretta.
Dovevo andare a fare pipì!
Ho sempre avuto un pessimo rapporto con i bagni pubblici, ma adesso era impensabile fare la schizzinosa.


Il bagno era luminoso, abbastanza pulito.
Abbassati gli slip, mi sono accorta di avere qualcosa di "diverso", tra le gambe.
Come se il clitoride fosse diventato sporgente, di dimensioni imbarazzanti. 

Guardando meglio, ho visto che avevo un pene di discreta grandezza!
Non riuscivo a capire da dove fosse venuto fuori.
L'ho preso tra le mani, e ho fatto pipì.
L'ho guardato per un po', non sapendo cosa fare.
Poco dopo, avevo di nuovo la fica, il pene era scomparso.

Stamattina mi sono svegliata con una strana sensazione addosso. Il sogno è stato così reale, da turbarmi.
Ho cercato tra i siti che si occupano di interpretare i sogni, giusto per capirci qualcosa.

Pare che sia il desiderio di essere autonoma ed indipendente come può esserlo un uomo, oppure, che la mia parte maschile è fortemente dominante. 
Devo rifletterci un po'.

Certo è, che ogni scusa si rivela buona, per ritrovarmi con un cazzo tra le mani! 


giovedì 21 agosto 2014

Compagno di giochi



Non sono brava a parcheggiare.

Sono un po’ goffa con i tacchi alti.

Ho scoperto da poco di avere un punto erogeno forse insolito.

Chi  mi sta vicino conosce una o due di queste mie caratteristiche.

Solo una persona le conosce tutte: il mio compagno di giochi.



Nel corso degli ultimi anni, diversi uomini mi hanno fatto “compagnia”.

Con uno ho avuto una relazione abbastanza tormentata (ne ho scritto e, probabilmente, ne scriverò ancora), con gli altri ho cercato di non ripetere l’errore.

Pochi incontri e sporadici, per evitare che potesse nascere qualcosa di simile ad un sentimento. Da una o dall’altra parte.

Ho pensato che fossero tutti compagni di giochi, ma in realtà erano solo scopate occasionali.

Il compagno di giochi è un’altra cosa.

Non pretende di cambiarmi la vita, è pronto a sperimentare e a giocare, non invade i miei spazi ma mi è comunque vicino. Il compagno di giochi vede il sesso con i miei stessi occhi, e sembra  sapere sempre ciò che voglio, e come lo voglio.

Il mio compagno di giochi è questo, e molto altro.

Oggi è il suo compleanno e, nonostante ci dividano parecchi anni, lui possiede buona parte della maturità che mi manca, mantenendo intatta l’effervescenza dei suoi anni.



Buon compleanno, marmocchio!

Ti ringrazio, per la leggerezza che mi doni.


Incantevole - Subsonica

martedì 19 agosto 2014

Insidie da analcolico



Ritengo l’estate ufficialmente conclusa.
A pensarci bene, non è iniziata. Ma non per basse temperature o mancanza di sole (ché qui è estate tutto l’anno), ma solo perché ho avuto altro a cui pensare.
Mi sono convinta del fatto che volterò pagina, quindi devo impegnarmi per non deludere le mie aspettative.
In questi mesi turbolenti, oltre a poter contare sulle persone a me vicine (scoprendo che sono parecchie, e che sono molto fortunata per questo), ho ridotto al minimo la vita sociale. Al punto da non saper reagire davanti ad un abbraccio di un’amica.
C’è ancora molto da lavorare, ma sono, come tutti, in continuo divenire.


In compenso, continuo a fare gaffe, a combinare pasticci.
Mi è capitato per ben due volte un fatto molto strano.
Con un’amica al bar.
Da astemia, mi limito a bere qualcosa di analcolico, spesso con frutta all’interno.
Ebbene, la cannuccia si è ostruita, io continuavo a succhiare, ma non veniva fuori nulla. Ora voi dovete sapere che io non sono abituata a succhiare e a non ottenere reazioni.
Che stia perdendo colpi?


Photo LaRossa