Ieri ho trascorso un po’ di tempo con i miei nipoti.
Ho
letto loro una favola che parlava di un pesciolino rosso in grado di realizzare
tutti i desideri.
Il mio piccolo tesoro, uno dei pochi uomini che riesco ad
amare davvero, dall’alto dei suoi quasi cinque anni, ha rivolto verso di me i
suoi occhioni verdi e mi ha intenerita dicendo: “ Fantastici, questi desideri!
Ma cosa sono? Esistono anche qui?”.
Ho dovuto riorganizzare velocemente le idee,
sorridendo per l’ingenuità e lo stupore propri di un bambino, e mi sono dovuta
misurare con la mia incapacità nel trovare un esempio concreto di desiderio. Credo
che lui abbia comunque capito. “Ma un aereo grandissimo e meraviglioso che, con
un pulsante, si trasforma in un mega robot è un desiderio? Perché io lo voglio,
quindi lo desidero!”
In questa settimana mi sono più volte trovata a fare i conti con la mia
incapacità di esprimere desideri. Ho addirittura pensato di non averne, ma non
credo sia possibile. Ed infatti, non è così.
Credo di avere una quantità infinita di desideri, ma è molto
più comodo fingere di non averne. Se dovessi renderli palesi, dovrei poi
lottare per realizzarli, scontrarmi con delusioni e sconfitte… Una grande
fatica!
Attualmente, mi nascondo dietro ciò che ho vissuto negli
ultimi mesi, ciò che, per parecchio mi ha allontanata da questa mia casa virtuale.
Dico, infatti, di tenere a distanza le emozioni perché non riesco ancora a
gestirle, fisicamente non sono ancora pronta.
In realtà ho una paura fottuta.
Paura di tutto ciò
possa farmi battere il cuore. Paura di mettermi in gioco, paura di sentirmi
viva.
Questo è in netto contrasto con ciò che, in realtà, mi è
rimasto di questi ultimi mesi.
È tutto così precario ed incerto, che dovremmo
letteralmente divorare ogni giorno, come se fosse l’ultimo. Sono quasi sicura
che, prima o poi, mi sveglierò da questa sorta di torpore.
E sarà una conquista.