Elenco blog personale

venerdì 31 gennaio 2014

Siamo alle solite...

Ieri pomeriggio, durante una passeggiata in centro con mia madre, è venuta fuori, ancora una volta, la nostra divergenza di opinioni su tutto. 
Ciò che a me sembra sensuale, per lei è sfrontato, ciò che per me è noioso, per lei è sobriamente elegante, e via dicendo.
Alla fine, ci siamo trovate a discutere animatamente per via di una camicia che, per lei, dovrei indossare con una canotta sotto (cosa che io, ovviamente, non farò!).
Il suo sfogo ha raggiunto il culmine quando mi ha chiesto che fine avesse fatto quella ragazza timida e bon ton che ero un tempo.
Io, che spesso ho la testa su un pianeta che non appartiene al nostro sistema solare (e che, a dire il vero, ero impegnata a leggere sullo smartphone la mail di un "amico" che, dopo una mia lunga latitanza, non ha ancora desistito nell'impresa di venirmi dietro), ho risposto, senza pensarci troppo: "Quella ragazza non esiste più. Era soltanto un' alba chiara del cazzo, e liberarmene è stato catartico!"
Mi sono accorta di aver esagerato nel momento in cui è calato un silenzio quasi irreale. 
Mi ha risposto che, ogni giorno che passa, è sempre più felice di non dover rispondere delle mie azioni, dato che non sono più una bambina.  
Poi ha aggiunto: "Addolcisciti un po', andiamo a prendere una cioccolata calda."
E anche stavolta, l'ho scampata!

Photo Puatraining


(Cercando, su youtube, il video di Albachiara, ho avuto l'ennesima conferma: non sopporto Vasco Rossi!)

mercoledì 29 gennaio 2014

Cassette di sicurezza



“Non si stupisca, signora. Non immagina quante cose, nel corso degli anni, abbia visto tirare fuori dal reggiseno. Sono delle vere e proprie cassette di sicurezza!”

Questo è ciò che mi ha detto, ieri, la donna che era in fila dietro di me, alle poste. È, di certo, stata la conseguenza della mia espressione incredula/imbarazzata nel vedere l’enorme donna che mi precedeva, infilare una mano tra le smisurate tette, e tirare fuori una quantità notevole di banconote da 100 euro.

A quel punto, ho indirizzato lo sguardo sulle mie “tettine” ( credo anche di averle toccate), ed ho pensato che, a causa del loro piccolo volume, potrei nasconderci nasconderci dentro poco. 


Solo qualche spicciolo:


Qualcosa in grado di addolcire la giornata:




Qualcosa di pratico:

 

 Oppure, qualcosa di utile:






Pensandoci bene, io sono un po' principessa sul pisello, e c'è solo una cosa che, posizionata lì in mezzo, non mi darebbe fastidio!

martedì 28 gennaio 2014

Sogni



Mi capita spesso di fare sogni che poi, al mattino, ricordo vagamente. 
Volti di persone che non conosco, situazioni improbabili, incontri che vorrei vivere nella realtà.

Stanotte ho riconosciuto il protagonista del mio sogno, per via dei suoi occhi, che mi guardavano attenti. 
Ne ho sentito il calore addosso. Quasi quanto quello delle sue mani, che mi accarezzavano il viso. 

Mi ha avvolta in un abbraccio che mi ha quasi tolto il fiato. Ha raccolto i capelli in una mano, e ha poggiato le sue labbra sulle mie.
Io l’ho immaginato sempre così: deciso, ma tenero.
E forse, in sogno l’ho plasmato secondo i miei pensieri.

Durante questo lungo, morbido, bacio, le sue mani hanno lottato prima con la mia giacca, che alla fine è caduta sul pavimento, poi con i bottoni della camicia bianca, che mi è rimasta addosso. 
Tanto, io mi sentivo già nuda. Ai suoi occhi lo ero. Non c’era emozione che potessi nascondere, davanti a lui. 

La sua bocca sul mio collo, in modo da farmi provare mille brividi. Poi sui capezzoli, tirandoli fuori dal reggiseno. Lo guardavo, mentre li leccava, li succhiava. Mi diceva qualcosa, ma non stavo ad ascoltarlo. Era il suono della sua voce, ad ammaliarmi. Come accade sempre, non faceva che esasperare la mia voglia di sentirlo dentro di me. 

Probabilmente lo avrà percepito, poiché, a distanza di poco, mi ha sollevato la gonna ed infilato la mano dentro gli slip. Mi ha accarezzata per un po’, poi mi ha messo dentro le dita, per verificare quanto, in realtà fossi già bagnata, ed avessi voglia di lui.
Io mi reggevo sulla spalliera del divano, ma iniziava un po’ a mancarmi l’equilibrio, avevo solo voglia di godere e lasciarmi andare.

Afferrandomi dai fianchi, mi ha voltata di spalle. Sollevando la camicia, mi ha baciato la schiena per un tempo che mi è sembrato infinito. Ha spostato una mano sul mio collo, e lo ha stretto con forza. Con l’altra, mi ha dato una pacca sul culo, e poi mi è entrato dentro. Perché questo è il nostro patto.

Nessuna tenerezza, adesso. La mano sul collo sembrava una morsa.
Mi piaceva da morire. Mi sentivo totalmente in suo possesso. 
Potevo soltanto assecondare i suoi movimenti. 
Non si trattava solo di una forza fisica superiore alla mia, ero io che, in quel momento, volevo sentirmi in balìa del suo corpo, dei suoi desideri.
È venuto dentro di me, non avrei voluto altro.

Bello, il nostro patto!


lunedì 27 gennaio 2014

Anni

Esco dal camerino, indosso un abito che, qualche anno addietro, non mi sarei mai sognata di provare. 
Per il colore, perchè molto aderente, e per tutte le mie solite paranoie. Mi guardo timidamente allo specchio, il tacco alto aiuta molto e, come sempre, mi giudico eccessiva. La commessa giunge in mio soccorso, ed anche le clienti-vicine di camerino. Tutte dell'idea che quell'abito sia fatto per essere mio. 
E la commessa aggiunge: "Ché poi, a questa età, potete permettervi tutto. Lei ha già compiuto trent'anni?".

Sì, li ho compiuti. Qualche anno addietro, per l'esattezza!

A questa cosa del tempo che passa, credo che non riuscirò ad abituarmi mai. Principalmente, perchè dentro di me mi sento ancora una ragazzina. 
Ho sempre la sensazione che, ogni anno che passa, mi consegni alla maturità, ma poi mi accorgo che c'è sempre tempo per le responsabilità, ed io, questo periodo di grazia, me lo voglio godere in pieno.

L'età mi ha migliorata.
Non che da brutto anatroccolo, sia diventata cigno, ma quanto meno, adesso me la cavo in maniera soddisfacente! 

Adesso sì, mi sento autorizzata ad avere un toy boy! 





mercoledì 22 gennaio 2014

Alla finestra

E' proprio vero: il buon giorno si vede dal mattino. 
Mi sono svegliata bene.
Speriamo che duri.

Photo LaRossa

 

martedì 21 gennaio 2014

Una settimana



Flirtando con il 95% della popolazione maschile, può capitare di provare interesse nei confronti di qualcuno in particolare. Allora, gli sguardi furtivi si trasformano in sorrisi, le frasi di circostanza diventano scambi mirati, ci si inizia a sentire via mail, poi al telefono, e si decide di andare oltre.

La differenza tra una conoscenza virtuale ed una reale, sta in ciò che provoca uno sguardo.
Avevo dimenticato cosa volesse dire essere corteggiata. E soprattutto, essere corteggiata con galanteria e delicatezza.
Sicuramente, scrivere di sesso, parlarne e, soprattutto, farlo, mi viene semplice.
Quando entrano in gioco sentimenti ed emozioni, diventa tutto ingestibile.

I suoi baci mi hanno scaldata. Lo guardavo, mentre mi mordeva i capezzoli, e mi sentivo parte di un gioco assai divertente. Io sopra di lui, le sue mani che mi sfioravano, accarezzavano.
E poi? 
Niente.
Di tutto ciò che c’è stato dopo, della sua dolcezza, dei suoi sguardi, delle sue attenzioni, nulla è riuscito a scalfirmi. Come se fossi di pietra. Come se lì ci fosse il corpo ed il resto lo avessi lasciato a casa.

“Hai paura di lasciarti andare!”  Questo, ciò che mi ha detto.
Io non ho paura. Non ne ho voglia.
“Hai bisogno di punti fermi.”
Potrebbe essere. Ma per adesso, l’essere al centro dei desideri maschili, non mi fa desiderare di appartenere ad un uomo soltanto.
“Ci sono cose che non hai, e che vorrei poterti dare io.”
Sono così abituata a fare tutto da sola, che non so se riuscirei a condividere. Ciò che non ho, forse non è indispensabile.
“Tu sei diversa da come vuoi apparire. Perché ti ostini a mostrarti così?”
Perché non voglio perdere il controllo della situazione.
Non voglio imbarcarmi in situazioni strazianti, fatte di telefonate, sms. Non voglio rendere conto di ciò che faccio, dei miei cattivi umori, della mia sessualità che non si riduce alla posizione del missionario.



Di conseguenza, ancora una volta, mi ritrovo a fare ciò che non vorrei: fuggire. Da me stessa, da pseudo responsabilità. Lascio le situazioni in sospeso.

Quella appena trascorsa, è stata una settimana intensa!

venerdì 17 gennaio 2014

Generazioni



Ieri, in un raro momento di silenzio e tranquillità, a lavoro, mentre controllavo fatture e comunicazioni, mi è passata davanti una ragazzina che conosco da quando era bambina. Adesso avrà tredici/quattordici anni. Era al telefono con un’amica: "Sto chattando con uno. Per metterlo a suo agio gli ho detto che è un porco. In effetti, secondo me, è davvero un porco!”.

Apparteniamo a generazioni diverse, certo. A tredici anni, io non possedevo uno smartphone, e nemmeno un cellulare. Nessuno, alla mia età, li possedeva. Se proprio dovevamo scrivere, potevamo ricorrere a lettere, o biglietti.
Ma ciò che, in un certo senso, mi stupisce, oggi, è il rapporto tra ragazze e ragazzi.

Io lo vedo con mio fratello ed i suoi amici.
I ragazzi sono o estremamente disinteressati, o in disperata ricerca dell’amore. Non c’è via di mezzo.
Le ragazza, spesso, si trovano a fare tutto da sole.
Se hanno davanti il tipo disinteressato, lo corteggiano, fanno in modo che lui si accorga della loro esistenza, e poi conducono abilmente il rapporto, portandolo verso quelle che sono le loro aspirazioni.
Se si ritrovano davanti uno che dimostra loro sentimenti reali, possono scegliere di ricambiare in maniera sincera, oppure iniziano a costruire intrecci degni di uno sceneggiatore di soap opera. Con la scusa di mettere alla prova i sentimenti del tipo di turno, propongono compromessi ed esigono che qualsiasi loro abitudine, anche la più discutibile, venga accettata e presa per buona.
Ed i ragazzi, in tutto questo? La maggior parte delle volte, si ritrovano in situazioni più ingarbugliate di una matassa, e le accettano  con l’amaro in bocca.

Io, comunque, mi riconosco spesso sia nelle ragazze, che nei ragazzi.
Recentemente, mi sono definita “campionessa mondiale di arrampicata sugli specchi”.
Devo sempre cadere in piedi, e non dimostrare  un accenno di fragilità o debolezza.

Da ragazza, però, alla storia d’amore perfetta ci credevo.
Non pensavo che potesse esistere il sesso senza l’amore.
Ero certa  che questo amore, tanto citato e ricercato, sarebbe stato davvero “per sempre”.