Elenco blog personale

venerdì 29 novembre 2013

Calze a rete

Io non so accettare i cambiamenti. E neppure le piccole novità.
Metto sempre le mani avanti, e preferisco prevedere il peggio, perché così, tutto ciò che seguirà, sarà sicuramente positivo.

Mi aspetta una settimana durissima, a lavoro. Una settimana di novità, appunto.
Inizio da oggi a fare scorta di buonumore, sorrisi e pazienza.


Dimenticavo, adoro le calze a rete! 


 
Photo LaRossa
 
 

giovedì 28 novembre 2013

Thanksgiving Day



Dieci anni addietro partecipai ad una cena per il Thanksgiving Day. Tacchino, purè e torta di zucca.
Reduce da un anno importante per la mia vita sentimentale, ricordo di aver attribuito un significato profondo a quella serata, ed il mio ringraziamento fu reale.

Da allora, nel giorno del ringraziamento, mi sono sempre chiesta per cosa ringraziare. 
Ogni anno porta via con sé qualcosa di buono, è ovvio, ma non scontato. 
Gli ultimi tre anni della mia vita sono stati intensi: distacchi difficili da accettare, insoddisfazione, sfiducia in me stessa, e la solita, insopportabile inquietudine.
Non mi sarei sognata di ringraziare per qualcosa o qualcuno. Perché a volte, le situazioni ci rendono egoisti, ciechi davanti a ciò che ci circonda.

Quest’anno è diverso. Quest’anno mi va di ringraziare. Per un motivo, in particolare: perché ho trovato tanto affetto.
E allora ringrazio per chi mi sta vicino. Realmente e virtualmente.
Ringrazio per chi mi aiuta a credere in me stessa. Chi mi ascolta e mi sostiene. Chi colora le mie giornate.
Per chi mi ha scaldato il cuore con un po’ di musica, e chi ha superato distanze fisiche “inviandomi” un po’ di sé.
Ringrazio per chi mi fa sentire desiderata, per chi, quotidianamente mi insegna un po’ ad amare e per chi mi corregge. Ringrazio per gli attimi di felicità. Ma anche per le lacrime, ché spesso, servono a crescere.


L’angolo dell’aneddoto inutile non può mancare.
Ieri, a lavoro, ho conosciuto la merchandiser di una famosissima azienda che produce cioccolato.
Questa giovane e sprovveduta ragazza sostiene che ci siano praline capaci di donare piacere più di quanto faccia il sesso. Io l’ho guardata male. “Con molta immaginazione”, ho aggiunto.
Adesso, però, faccio un tentativo. 
Mangio una pralina e vi dirò!

fallocolcioccolato.it

mercoledì 27 novembre 2013

Il mondo è bello perchè è vario - Quarta Parte (Ci pensa Rocco)



Dopo aver ascoltato le dissertazioni della moglie rompiscatole, ho incontrato, nel negozio, davanti lo scaffale della biancheria di seta, una donna che vedo spesso a lavoro.

E’ sempre molto elegante ma discreta, di poche parole.


Aveva in mano un reggiseno a balconcino bianco, che guardava quasi con diffidenza, e appena le sono arrivata vicino mi ha spiegato che, nemmeno nel giorno del suo matrimonio, indossava qualcosa di tanto candido.

E da lì, ha iniziato a condividere con me un sacco di particolari della sua vita. 
Ha precisato che, se non fosse nata a metà degli anni ’60, in una famiglia assai tradizionalista, non avrebbe mai pensato al matrimonio. 
E via con le lamentele: il marito che a casa non aiuta ma pretende, poco tempo per se stessa, scarse attenzioni e scarsa considerazione.

Alla fine, ha concluso dicendo che, l’unica cosa positiva del suo matrimonio è stata concepire un figlio. Che però è un maschio, quindi, simile al padre.

Io annuivo. Ogni tanto ho provato pure a partecipare alla conversazione, ma niente. Lei andava avanti come un treno, sarà che aveva proprio bisogno di parlare.

Poi, qualche minuto di silenzio.

Alla fine, ha scelto il suo bel reggiseno nero, e prima di salutarmi, mi ha confidato che, nella prossima vita, non sposerà nessuno. 
Solo incontri brevi, anche occasionali. Insieme, al massimo, per un weekend. E non porterà nessuno a casa, vorrà incontrarli in albergo, per preservare gli spazi vitali e "non sporcare". Sesso, e ognuno a casa propria.


Che dire? Questa donna, in quanto a cinismo, sembra che abbia battuto pure me.

Durante la conversazione, mai un sorriso, mai un’espressione che facesse trasparire dell’ironia. Era davvero disillusa.


Io, a volte, mi chiedo perché la convivenza, in particolare, e il rapporto uomo – donna, in generale, siano tanto difficili.

Questa maledetta incomunicabilità, che citiamo spesso, non potremmo cercare di trasformarla in dialogo?

Mia madre dice spesso che ci vuole impegno, per far crescere la coppia. Ma “che palle!”, aggiungo io.





Ieri, per la prima volta, ho visto, in tv, la trasmissione di Rocco Siffredi.

Niente di che, in realtà. Non credo ci vogliano i suoi consigli per imparare a leccare un orecchio!

Diciamo che l’ho seguita fino alla fine solo per lui, perché è sempre sicuro della situazione, con quel tono di voce profondo, e tutto il resto…




martedì 26 novembre 2013

Il mondo è bello perchè è vario - Terza parte



A volte mi chiedo se capita a tutti di trovarsi in mezzo a situazioni esilaranti, di dare vita ad equivoci che sembrano sketch televisivi, in modo da avere quasi un aneddoto per tutto!

Mi trovavo in un negozio di lingerie (che banalità, è vero!), qualche giorno addietro, e, mentre sceglievo dei collant, ho visto entrare un mio quasi coetaneo (frequentavamo lo stesso oratorio, da bambini) con la moglie.
Lei, frizzante e chiacchierona, con un tono di voce capace di innervosire anche un monaco zen, richiamava l’attenzione di commesse e clienti commentando, chiedendo consigli, raccontando particolari della vita privata.
Lui la seguiva, silenzioso e obbediente. Annuiva a tutte le sue richieste, e sorrideva, divertito, alle battute poco divertenti della moglie.
Ad un certo punto lei, a voce alta, ha pensato di condividere con noi il suo segreto per far durare l’unione di una coppia: “Fare l’amore spesso. Anche due volte a settimana (ed è spesso?), dimostrandosi gentile e disponibile, ma avendo sempre in mano la situazione. L’uomo, così, non sentirà bisogno di cercare altrove, e non vorrà "cose strane". Avete capito, no? Le posizioni tradizionali sono le migliori!”.
A ciò, seguiva una sua risata fragorosa, il consenso incondizionato del marito, e lo sguardo imbarazzato di molte clienti.
Avendo conquistato l’attenzione del “pubblico”, e sentendosi ormai imbattibile, ha concluso dicendo che il potere è tutto nelle mani della donna. Basta saperlo usare. Quando vuole ottenere qualcosa, ed il marito si dimostra titubante, lei lo lascia in bianco per uno/due mesi, e alla fine, lui cambia idea, accontentandola in tutto. 
Mostrava soddisfazione, adesso. Compiacimento.
Ed il marito? Sorrideva ed annuiva! 
Poi lui, con quell’espressione stordita che lo ha sempre caratterizzato, si è avvicinato a me, dicendo che possediamo una bella arma, noi donne. Ricattando i nostri uomini con un mese di astinenza, possiamo ottenere di tutto.
Io gli ho risposto che non riesco a gestire tre giorni di astinenza, una settimana mi farebbe impazzire, ad un mese non ci arriverei nemmeno volendomelo imporre! 
E lui “Ma perché, per voi donne non è diverso?”. 
Io scuoto il capo, costernata, e lui non ride più.


lunedì 25 novembre 2013

Chiacchiere



Una collega “storica”, che con me ha condiviso tanti momenti di vita  anche fuori dal lavoro, ieri scherzava sulla mia attitudine all’uso del microfono. Forte di ovvi doppi sensi, ha fatto notare a me ed alla timorata che lì, nessuno si accosta al microfono con la mia naturalezza, ed il mio modo di prenderlo in mano ed avvicinarlo alla bocca senza titubanza è uno spettacolo. È una capacità tutta naturale che mi fa meritare il titolo di “Miss microfono d’oro”. Abbiamo continuato a scherzare su quella che, invece, è la sua attitudine, dato che ha una sesta (o forse settima), e ci prendendoci affettuosamente in giro, mentre la timorata ci guardava come se fossimo la personificazione del peccato.

Cambiando discorso, l’attenzione si è spostata su lingerie e simili. Su come lei, spesso, abbia bisogno di reggiseni su misura, e di quanti completi intimi io abbia già acquistato questo autunno. La timorata sembrava molto incuriosita, adesso. Io, dimenticando quanto lei sappia essere pungente e ottusa, l’ho invitata a venire a vedere il mio ultimo acquisto. Mentre lei annuiva, ho concluso, approfittando della leggerezza che si respirava, dicendo che, se avesse voluto, le avrei fatto vedere anche come mi stava addosso.
Lei, con il sorriso stronzo che non ricordavo, ha risposto che questo piacere è giusto che lo riservi al mio uomo, e tuttalpiù, al mio amante.
Adesso, considerato che non ho mai condiviso certi aspetti della mia vita privata con lei (e con nessun’altro), questa cosa mi ha dato parecchio fastidio. 
Perché non c’era ironia, nelle sue parole. C’era solo volontà di ferirmi, di farmi sentire “poco di buono”. Ed io, invece di risponderle qualcosa tipo “Mi dispiace di averti rubato l’amante, ma in effetti io glielo succhio meglio di come facevi tu”, mi sono limitata a stare in silenzio, a non rispondere.
Perché non so reagire. Devo sempre rifletterci sopra.
Adesso so che avrò tante difficoltà nel rapportarmi con lei. Non ho doti diplomatiche, preferisco eliminare il problema alla radice, ed in questo caso, la via più semplice sarebbe tornare a ridurre al minimo le occasioni di conversazione. Ma lavorando fianco a fianco, non credo sia semplice. 
Qualcosa mi inventerò.



Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Affronto raramente questo argomento, ma solo perché mi sta tanto a cuore, e spesso le parole sono riduttive e rendono tutto ovvio  e banale. Avere paura di qualcuno che ami, o hai amato, è qualcosa di terribile, che ti svuota, mina ogni tua sicurezza e, spesso, la stima di te stessa.

 

venerdì 22 novembre 2013

Il cortometraggio delle mie fantasie



Nei giorni appena trascorsi, mi sono lasciata sopraffare da pensieri, ed accadimenti. Ho messo da parte tutto ciò che, di solito, mi  fa sorridere, e ho stupidamente delegato all’apatia.
Se, quotidianamente, penso al sesso circa 5 volte al minuto, in questi giorni ho quasi dimenticato che cosa fosse, il sesso. E questo rende il senso del mio stato d’animo.

Dopo un giorno d’assenza torno a lavoro, e tra abbracci di incoraggiamento, risate, battute ricche di doppi sensi, ecco che sento riaffiorare in me il senso di tante cose, percepisco dentro un’adrenalina ed una voglia di vivere che mi tolgono quasi il fiato. 

Risultato di tutto ciò?
Ieri mi sono innamorata per ben due volte.
Avete presente quegli amori che nascono nella nostra mente? 
Durano giusto dieci minuti, il tempo di immaginami con l’altro, distesi su qualcosa di morbido, o con le spalle alla parete. L’obiettivo è quello di incrociare uno sguardo, fingendo casualità, sorridere ed aspettare: se l’altro ha la stessa reazione, allora è tagliato per accompagnarmi nel cortometraggio delle mie fantasie.

Ma andiamo per ordine.
Andare al supermercato equivale ad andare in un parco giochi. Tanti incontri, alcuni interessanti.
Il primo amore di ieri? Il merchandiser di una nota birra. Un ragazzo bello, con due occhi azzurri meravigliosi. Con lui, però, solo sesso orale, dubito che sarei andata oltre. 
E posso affermare che sarei stata io, a darmi da fare. Cioè, mi sarei sbizzarrita, nel succhiarglielo, giusto per il piacere di vederlo godere, ma basta.

Il secondo amore mi ha conquistata totalmente, invece.
Alto, bruno, capelli lunghi. Bel viso, una camicia azzurra indossata divinamente, un culo meraviglioso, che avrei leccato senza sosta.

Ci incrociamo diverse volte, fino a quando finiamo (ovviamente non casualmente) nello stesso corridoio. Nel suo cestino, vino bianco, frutta, e cioccolato. Io mi soffermo sui detersivi per il pavimento, lui studia le candele profuma ambiente. In realtà, io mi soffermo su di lui. Desidero quelle mani su di me, e il suo profumo, che invade i miei sensi, io lo vorrei addosso, come marchio indelebile.
Si avvicina e mi chiede di aiutarlo a cercare una candela simile a quella che ha già scelto, che pare sia l’ultima. Fingo indifferenza, ma già immagino una stanza illuminata da quella candela, e mi avvicino sfoderando il migliore dei miei sorrisi.
Mi porge diverse fragranze ed io, come una stupida, mentre cerco di consigliarlo nella scelta, vengo letteralmente conquistata dal suo autocompiacimento, dai suoi modi sapientemente indirizzati a fare in modo che io lo adori. 
Una mia amica, da lontano, mi guarda e sorride. Io pendo dalle sue labbra, e lo desidero come non mi capitava da tempo di desiderare un uomo.

Alla fine, scopro che è un quarantenne che, però, ha lo spirito giovane. Ha un figlio che ha cambiato le sue abitudini, ma secondo me , non troppo. Vuole godersi la vita, e ci prova, giorno dopo giorno.

Gli uomini un po’ narcisi, di solito, non mi piacciono. Sono difficili da gestire, perché interessati solo a loro stessi, ma io ho deciso che mi impegnerò. Voglio realizzare il mio cortometraggio!





Oggi, Rosalie ha concluso il racconto ispirato al mio sogno.
Mi è piaciuto molto, così reale da eccitarmi tantissimo!