Mesi addietro, un uomo disse che esagero nel sottolineare le
mie connotazioni negative. Si rese conto
che non esageravo nel giro di una settimana.
È l’incostanza, che mi frega.
Improvvisamente sento il
bisogno di qualcosa di nuovo, o semplicemente, della libertà di non agire.
Ho così, brevemente, riassunto ciò che mi è successo la
scorsa settimana.
Delle giornate di sole meravigliose, il piacere di dedicare
tempo a me stessa, una stuzzicante sensazione di euforia, un incontro
fortunato: tutte cose in grado di donarmi una carica tale da
cancellare quelle grevi riflessioni che, solitamente, non mi
abbandonano, piantandomi a terra. Proprio io che cammino, come diceva Flaiano, con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole.
L’avvicendarsi degli stati d’animo, l’allegria (che mi fa
sentire l’arcobaleno dentro) che fa a botte con i miei momenti bui, la voglia
di essere al centro dell’attenzione, di esternare emozioni, e di farlo,
soprattutto, fisicamente: questo è il mio motore. Ciò che la mattina mi
permette di alzarmi dal letto con il sorriso.
A lavoro c’è un gran fermento. Un po’ come avviene in tutte
le aziende del nostro Paese.
Il mio capo (che ha
fatto una scelta coraggiosa ma, di certo, impopolare ed incomprensibile ai più)
ha detto che gli mancherò, che sono stata una valida collaboratrice, e che
questa cosa lo intristisce.
Poiché io e lui non ci siamo presi da subito, le sue parole
mi hanno quasi commossa.
Forse perché, dentro di me, l’autostima
ha ancora un gran lavoro da fare, e sentire che qualcuno sentirà la mia
mancanza, mi fa un certo effetto!
Per concludere il racconto della settimana appena trascorsa,
confesso di aver capito solo adesso che ci sono cose che, più sono difficili da
realizzare, più desideri che avvengano.
E forse, il bello sta anche in questo!
Cosa sarò
Che cosa sono stato
Tra quello che ho vissuto
E quello che ho immaginato
Ora di te cosa farò
È così complicato
Se muoio già dalla voglia
Di ricordarti a memoria"