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martedì 25 febbraio 2014

Una settimana



Mesi addietro, un uomo disse che esagero nel sottolineare le mie connotazioni negative.  Si rese conto che non esageravo nel giro di una settimana. 

È l’incostanza, che mi frega. 
Improvvisamente sento il bisogno di qualcosa di nuovo, o semplicemente, della libertà di non agire.
Ho così, brevemente, riassunto ciò che mi è successo la scorsa settimana.
Delle giornate di sole meravigliose, il piacere di dedicare tempo a me stessa, una stuzzicante sensazione di euforia, un incontro fortunato: tutte cose in grado di donarmi una carica tale da cancellare quelle grevi riflessioni che, solitamente, non mi abbandonano, piantandomi a terra. Proprio io che cammino, come diceva Flaiano, con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole. 

L’avvicendarsi degli stati d’animo, l’allegria (che mi fa sentire l’arcobaleno dentro) che fa a botte con i miei momenti bui, la voglia di essere al centro dell’attenzione, di esternare emozioni, e di farlo, soprattutto, fisicamente: questo è il mio motore. Ciò che la mattina mi permette di alzarmi dal letto con il sorriso.

A lavoro c’è un gran fermento. Un po’ come avviene in tutte le aziende del nostro Paese.
Il mio capo (che  ha fatto una scelta coraggiosa ma, di certo, impopolare ed incomprensibile ai più) ha detto che gli mancherò, che sono stata una valida collaboratrice, e che questa cosa lo intristisce.
Poiché io e lui non ci siamo presi da subito, le sue parole mi hanno quasi commossa. 
Forse perché, dentro di me, l’autostima ha ancora un gran lavoro da fare, e sentire che qualcuno sentirà la mia mancanza, mi fa un certo effetto!

Per concludere il racconto della settimana appena trascorsa, confesso di aver capito solo adesso che ci sono cose che, più sono difficili da realizzare, più desideri che avvengano.
E forse, il bello sta anche in questo!



Cosa sarò
Che cosa sono stato
Tra quello che ho vissuto
E quello che ho immaginato
Ora di te cosa farò
È così complicato
Se muoio già dalla voglia
Di ricordarti a memoria"


8 commenti:

  1. Dunque, hai fatto la cosa giusta.
    Hai vissuto la vita e non l'hai raccontata, per mancanza di tempo o di voglia.
    Quando si asseconda la pigrizia, dopo un po' che è diventata protagonista, si stufa (la pigrizia è pigra pure con se stessa :) e la voglia di scrivere ritorna.

    > ha detto che gli mancherò,
    Hai un nuovo capo?

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  2. A breve.
    Per adesso, nonostante, formalmente, non lo sia, mi sento autogestita.
    Strana sensazione, scoprire che tutto procede comunque.

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  3. la rossa si autogestisce in tutto, lo so

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  4. Nuovo capo e nuovo lavoro, o nuovo capo ma stesso lavoro?

    A parte questo, rossa, la tua latitanza dal blog, almeno per noi che ti viviamo solo per tale tramite, genera la voglia di sapere che comunque stai bene. Il resto sono cacchi tuoi, e non ci devi proprio nulla.

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