Ogni estate ripropongono “Il commissario Montalbano”, ed io
non me ne perdo una puntata, nonostante l’abbia vista, probabilmente, già tre
volte. Non riesco mai a ricordare la soluzione dei casi. Nemmeno quando si
tratta di un episodio che conosco poiché ho prima letto il libro.
Della puntata di ieri, ricordavo (più o meno) ciò che il
ristoratore pronuncia con discreta enfasi: i
pensieri disturbano l’appetito e la minchia.
Questo è il senso della frase, ché non la ricordo in maniera
precisa.
Su questo principio, per molto tempo, si è modellata la mia
vita sessuale. Si è dovuta adattare ai tempi di questa “simpatica minchia” che,
colta da innumerevoli pensieri, sbattimenti e cattivi umori, si concedeva al
mio caldo rifugio solo nel week end, a meno che non avvenissero ulteriori
tragedie, ovviamente.
Tralasciando il fatto che, alla fine, la soluzione l’ho
trovata, ho passato del tempo a riflettere su questa storia, e sono arrivata
alla conclusione che, almeno sotto questo punto di vista, essere uomo è davvero
difficile.
L’erezione è qualcosa che, ogni volta, mi affascina. Ne ricerco
i progressi, mi piace sentirla, in bocca o tra le mani, mi piace guardarla. Per
me, donna, è qualcosa di naturale, di spontaneo, una conseguenza del desiderio.
Mi ci è voluto un po’, per capire che, invece, sono molte variabili che influiscono,
e che per certi uomini è un po’ un banco di prova.
La prima volta che un uomo mi disse di essere un po’ “emozionato”
e di non riuscire a mantenere l’erezione, ero poco più che una ragazza, non
ritenni necessario portare avanti la storia, ma non ne feci un dramma. Tipo un ritenta, sarai più fortunato.
Accadde di nuovo, a distanza di quasi dieci anni. L’uomo in
questione mi disse di avere avuto delle storie travagliate, in passato, ed il ricordo
gli impediva di lasciarsi andare. Io, a differenza della prima volta, ne ero
innamorata, non avevo fretta. Superammo questo ostacolo insieme. Con lui
scoprii di adorare il sesso, e quanto ogni centimetro del mio corpo avesse
bisogno di sperimentare la fisicità, scoprii quanto mi piace scopare, insomma.
Alla fine dello scorso anno, conobbi un uomo. Iniziò a
corteggiarmi, credo fosse poco abituato a ricevere rifiuti e resistenze. Io
decisi di incontrarlo dopo più tempo del previsto. Non fu un colpo di fulmine,
insomma. Il suo pudore ed il suo modo di vedermi come qualcosa di prezioso si
scontrarono con il mio modo di essere: audace, piuttosto diretta. Non sempre
amo i preliminari, devo poter prendere iniziative. Lui mi disse che l’aver
desiderato tanto quel momento, gli stava impedendo di goderne, ma dalla
prossima volta, tutto sarebbe stato fantastico.
Non ci fu una prossima
volta, ma solo perché, il suo modo di fare, così smielato e asfissiante, mi
dava ai nervi. Lui non la prese bene, pensava sarebbe stato un amore da film.
Da qui mi sono convinta che ci sono uomini che non riescono
a sopportare l’eccessiva pressione psicologica. Come se sentissero il peso
delle (proprie) aspettative sulle spalle. Anche una donna, in questi casi,
potrebbe sentirsi inadatta, poco capace di coinvolgere il partner, ma si tratta
di consapevolezze, di sensazioni.
Probabilmente, oggi, ho scritto un mucchio di cavolate,
affacciandomi sul mondo maschile con uno sguardo tutto femminile. Ma io amo profondamente
gli uomini, e ho dovuto necessariamente
trovare una motivazione, al fatto che la
minchia non vuole pensieri!