Ho sempre manifestato una certa insofferenza nei confronti
dei genitori che tessono lodi spropositate parlando dei figli. Come se
volessero vendere delle qualità che
non sono verificabili: devi crederci perché te lo dice la mamma!
E, come è giusto che sia, dopo aver sempre criticato queste
situazioni, mi ci ritrovo dentro. Tipo punizione divina.
Un paio di volte l’anno, per rimediare al ruolo di pecora nera che ho assunto in famiglia,
mi ritrovo ad accompagnare i miei genitori nelle situazioni “ufficiali”, in
quei posti in cui incontri gente che, da sempre, eviti come la peste, che per
tutta la vita ha avuto da ridire sul tuo comportamento.
C’è un codice implicito, che mia madre negli anni mi ha
trasmesso solo con lo sguardo: in queste occasioni sempre in tiro!
Ogni volta, decido di accontentarla su ogni fronte,
ché poi, quotidianamente, faccio sempre e comunque tutto di testa mia.
Qualche giorno addietro ci ritroviamo in mezzo a tutta
questa gente che non incontravo da anni. Le sue amiche, qualche conoscente, età
media molto elevata. In tanti si avvicinano per salutarmi, e mi fanno notare
che non sono mai stata tanto in forma. Un’anziana donna (quasi ottantenne) mi dice
che sono diventata davvero bella. Il mio sorriso di circostanza misto ad
imbarazzo viene totalmente eclissato dalle parole di mia madre: “Si, è bella, si vede che è serena.” Lo ripete a più persone, con una espressione
compiaciuta che mi innervosisce tantissimo.
Premesso che alla gente interessa poco che io sia serena o
meno, non posso tollerare che proprio lei, che mi conosce come nessuno, dica
una tale sciocchezza sul mio conto a degli estranei.
Io non sono serena. E lei lo sa.
Io sono sempre in crisi, sono problematica, insoddisfatta di
me stessa.
Mi creo problemi soprattutto quando non ne ho, e sono in
costante ricerca di qualcosa che non conosco, di conseguenza, qualcosa di
introvabile.
Sono sfuggente, indomabile.
Chi crede di comprendermi o di possedermi non sa che,
intimamente, non conosco autorità.
E alterno questa mia necessità di
indipendenza ad un bisogno di calore, di affetto.
Lo dicevo ieri ad un caro amico: nonostante mi piaccia
essere tanto libera dai sentimenti, ci sono attimi in cui pagherei per ricevere
una carezza tenera, un abbraccio che sa di affetto, di incoraggiamento e, perché
no, anche un po’ d’amore.
Io non sono serena. Sono così: confusa, piena di contraddizioni.
Giorni da "periodo ipotetico".
Non so se sia meglio essere sereni o pieni di contraddizioni.
RispondiEliminaIo sono sereno ma vivo una vita apatica...tu invece non sei serena ma sei pura passione.
Bah...ci vorrebbe una via di mezzo.
Intanto ti abbraccio io...solo virtualmente purtroppo :-(
Hai ragione tu...questa "via di mezzo" mi insegue da una vita ed io non riesco mai a trovarla!
EliminaHo ricevuto il tuo abbraccio <3
senti, ma come sei in tiro, racconta.....
RispondiEliminaPoi te lo spiego :-P
EliminaE comunque, mi piace molto essere in tiro!
è vero che la troppa serenità puo' paradossalmente portare all'apatia e alla noia, ma essere sempre in crisi è davvero faticoso!
RispondiEliminahai tutta la mia solidarietà.
buona giornata :)
A volte mi pesa essere così, poi mi rendo conto che non potrei essere diversa.
EliminaUn bacio <3
Rossa, vuoi fare a cambio con una indomabile sofferenza determinata da un'apatia tutt'altro che serena?
RispondiEliminap.s. è inutile che ce provano. i figli più belli dell'universo sono i miei.
Vorrei solo svegliarmi, ogni tanto, con una grande voglia di fare, con progetti da realizzare e due braccia che mi stringono forte.
RispondiEliminaSono sicura che i tuoi figli sono fantastici <3
Io mi sveglio sempre così. Quelle due cacchio di braccia a stringermi e non farmi andare... ;o)
EliminaUn abbraccio tanto forte? :-)
Elimina"La felicità è reale solo quando condivisa".
RispondiEliminaMa difficile se hai bisogno di solitudine e sete di libertà.
Colpa delle mie contraddizioni, allora.
RispondiEliminaAnche se molti dicono che quando ne vale la pena, ad un po' di solitudini si può rinunciare.