Ansia da piccoli spazi

Ieri, per arricchire la giornata di pathos ed avventura, sono rimasta bloccata in ascensore.

Quello stesso ascensore in cui, spesso in passato, mi sono trovata a dover dribblare la lingua insistente del solito collega.

Ieri, chiusa da sola per circa dieci minuti in quello spazio piccolo, ho avuto la stupida paura di non riuscire più a venirne fuori. Ho iniziato a pensare a chi mi sarebbe mancato, a ciò che non avrei più potuto fare. L’ansia gioca brutti scherzi.

Una volta fuori, dopo aver dovuto sopportare l’ironia dei colleghi, ho realizzato che, se mi fosse successo di restare bloccata con un uomo interessante, avrebbero potuto anche non salvarmi.

Poi ho visto questo spot

e ho pensato che, fossi stata al posto della protagonista, mi sarei proprio sollazzata, bloccata nei sotterranei.

Per l’ennesima volta, ho ricevuto una mail dall’uomo dalla chioma ribelle. Sono sempre molto combattuta quando si parla di lui, ma ciò che mi ha proposto ieri mi intriga tantissimo. Non so se sia il caso di rivedere la mia posizione.

Forse si.

Devo capire se riuscirò a fidarmi di lui al punto di affidargli me stessa.

Mica semplice.

Soprattutto perché sono abituata a cavarmela sempre da sola. Non riesco a delegare!