Ieri ho accompagnato una collega alla mia galleria d’arte
preferita.
È stato un pomeriggio molto piacevole.
L’effetto del vederci fuori dal solito contesto, nella vita reale, mi ha dato modo di notare che, insieme formiamo una coppia ben assortita. Lei ha i capelli di un biondo naturale quasi nordico, io continuo a mantenere il mio rosso caldo, diciamo che era difficile non notarci.
L’effetto del vederci fuori dal solito contesto, nella vita reale, mi ha dato modo di notare che, insieme formiamo una coppia ben assortita. Lei ha i capelli di un biondo naturale quasi nordico, io continuo a mantenere il mio rosso caldo, diciamo che era difficile non notarci.
Ha qualche anno in meno di me, è una donna brillante, con
grandi potenzialità, che non si lascia intimidire. Perde facilmente la
pazienza, ma riesce anche a trovare rapide soluzioni ai problemi improvvisi.
Alla fine del giro, chiacchierando di banalità, ci siamo ritrovate a parlare del nostro lavoro: di quanto sia duro, in certi
momenti, di quanto sia impossibile emergere/crescere, di quanti incompetenti
ricoprano ruoli rilevanti e dell’insoddisfazione che caratterizza un po’ tutti
noi colleghi.
Mi ha confidato di aver superato il suo periodo lavorativo nero convincendosi che ciò che ha, in questo
momento, è il massimo. Come se non fosse possibile ottenere altro. Partendo dal
presupposto che tutto ciò che possiede è quanto di meglio possa raggiungere,
non può che impegnarsi per ottenere risultati eccellenti, metterci passione, amore. Non
lamentarsi, ma stringere i denti ed andare avanti.
In effetti, è un punto di vista che, quanto meno, porta ad
essere positivi, attivi, ma non so fino a che punto riuscirei a farlo mio.
Mi ha interrogato con i suoi occhi chiari, facendomi notare che non mi manca nulla, quindi perché continuo a sentirmi inquieta?
A questo punto, ci sono stati dei secondi di silenzio. Ho
dovuto concentrarmi, pensarci sopra.
“A me, a volte, qualcosa manca.”
Mi ha rivolto uno sguardo interdetto, esortandomi a
continuare la frase.
“A volte mi manca una carezza.”
La sua espressione è diventata seria. Poi ha ripreso la sua
teoria, dicendo che DEVO fare in modo di non sentire il bisogno di una carezza.
Lei, ad esempio, non ne cerca mai.
Trattenendo quasi a fatica un po’ di emozione, le ho
raccontato come io, da qualche anno, sia abituata a fare tutto da sola, pur non
essendo sola. Prendere decisioni importanti, risolvere problemi, superare i miei
momenti bui, cavarmi fuori dai guai…tutto senza poterne mai parlare con
qualcuno.
Secondo il suo parere invece, tutto questo dovrebbe
rendermi fiera di me stessa, e convincermi che una donna che ha la forza di
fare tutto da sola, non ha bisogno di carezze.
In realtà non credo sia così.
Gran bel post rossa, a dimostrazione che oltre le tette (le tue) e le curve (sempre le tue) c'e' di più'.
RispondiEliminaDel lavoro scrivero' nel mio post, ma non stasera che so gia' non avro' voglia di scrivere . Ma il punto di vista della tua collega non e' sbagliato. E' solo molto ma molto difficile.
Essere in due.... E' bello, certo. Ma solo sulla carta. Non e' detto che ti aiuti, quando serve. E' molto verosimile che possa essere un impiccio, un fastidio.
Siamo, anche nelle relazioni umane, in grossa crisi
Ma tu, di questa cosa che, oltre alle tette e alle curve c'è di più, quando te ne sei accorto? Non dirmi "adesso", ti prego!! :-P
EliminaAspetto di leggere il tuo post, allora! :-)
Brutto da dire, lo so, ma l'essere in due, nel mio caso, aiuta di rado.
Bacio!
no, non adesso. ma se non te ne fossi accorta il tuo è un blog molto sex-oriented..... mica è colpa mia !
EliminaDiciamo che non è colpa di nessuno...è che spesso mi gira così :-D
EliminaIn effetti, a volte me ne rendo conto solo rileggendo ciò che scrivo a distanza di giorni :-P
(Grazie per non aver risposto "adesso")
Nessuno è autosufficiente in fondo. E fa sempre bene allo spirito avere un'amica con cui parlare di ciò che ci riguarda. E' molto diverso da avere amici uomini. Ne ho avuti alcuni, molto cari, ma non è stata la stessa cosa che con le amiche... c'è sempre qualcosa di più.
RispondiEliminaAlmeno questa è la mia esperienza. ^_^
Hai proprio ragione.
EliminaAvevo perso di vista questa dimensione dei rapporti d'amicizia.
Adoro i miei amici uomini, e dovrei coltivare con lo stesso amore le amicizie femminili! :-)
io, la rossa, son dalla tua parte.
RispondiEliminaovvio che le esperienze forgiano l'opinione: vedi francesco, ad esempio.
dalla parta opposta vedi me, che ho una compagna. complica le cose? sì. condividiamo alla maniera che tu indichi (e desidereresti)? sì. risultato? positivo.
la nostra confidenza, la nostra conoscenza reciproca e il nostro amore sono sempre più interessanti per me.
Benvenuto, Franco! :-)
EliminaUn rapporto che si fonda su complicità, condivisione, confidenza, è quanto di più bello possa esistere. Credo sempre che l'amore, da solo, non basta.
Le coppie come la tua sono una benedizione! ;-)
vabbè ma non è che tutto poi sia perfetto. però diciamo che poche volte ci viene da guardarci di alto per scegliere altro compagno/a. vabè ciao
EliminaI rapporti di coppia hanno sempre alti e bassi...se non fosse così,.sarebbe una noia.
EliminaMa riscegliersi ogni giorno è bellissimo!
;-)
Chi non ha bisogno di carezze?
RispondiEliminaSi può stare anche senza carezze per un periodo (ehm...) ma non è che lo si possa promuovere a condizione né imperitura né ideale.
Le carezze, quelle di cui si parla qui, che sono quelle dell'eros, hanno il loro costo e a volte non si vuole o si può sostenerlo.
Pensi che sia questo il centro di tutto? Non vogliamo/possiamo? Confesso di pensarci molto spesso, e mi accorgo di non riuscire a mettermi in discussione.
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