I miei occhiali

Essere insicuri è un grande difetto. 

Tutto viene condizionato dal parere degli altri. E anche quando, in cuor tuo, sei convinto della tua opinione, il tarlo del giudizio degli altri non ti concede tregua. 

Chiedo spesso consigli alle persone di cui mi fido, e poi decidere diventa impossibile. 

Sono indecisa su tutto. Non cambio colore e taglio di capelli perché adesso, un po’ mi piaccio. L’ultima volta, il parrucchiere mi aveva proposto un viola. Sono rossa da dodici anni, come sembrerei "viola"? E poi, dovrei anche cambiare nome al blog…

Ho impiegato anni per portare un po’ di colore anche nell’armadio. Ero troppo fedele al nero. Poi ho iniziato ad osare, ed i commenti di incoraggiamento hanno aperto la strada al cambiamento. Adesso il colore regna sovrano. 

È che ho paura delle novità. Ed è questo uno dei miei problemi maggiori: il timore di perdere il controllo. Ancora una volta.

Come se questa, con i pregi e i difetti, sia comunque la versione migliore di me, quella collaudata. Di conseguenza, il cambiamento anche più piccolo metterebbe tutto in discussione.

Tutta questa premessa per raccontare che, da due giorni, porto gli occhiali.

Già dall’ottico sarebbe potuta essere una sessione interminabile e noiosissima di indecisione. Ed invece no. Stavolta mi sono affidata totalmente alle commesse. Al primo parere unanime, ho ceduto.

Poi è arrivato il temuto momento del giudizio altrui. Il primo incontro: mia madre. 

“Interessante, sembri una maestrina.”

Un dramma!

Tua madre che ti definisce interessante è come se volesse dire: “Sei un mostro, ma pur sempre mia figlia!”. Mi sono vista con le sembianze della signorina Rottermeier, seduta in un angolo e ricoperta di ragnatele.

Poi ho iniziato ad incontrare altra gente. Mia cugina, i colleghi, le persone che vedo quotidianamente a lavoro. 

I commenti convergono tutti su una categoria: sembro una segretaria. Ok, sarà per via dello stereotipo della segretaria che porta gli occhiali.

Ma a seconda dei commenti, questa segretaria diventa sexy, porno, porca, disponibile.

Che ce l’abbia scritto in faccia? 

Photo LaRossa