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martedì 28 gennaio 2014

Sogni



Mi capita spesso di fare sogni che poi, al mattino, ricordo vagamente. 
Volti di persone che non conosco, situazioni improbabili, incontri che vorrei vivere nella realtà.

Stanotte ho riconosciuto il protagonista del mio sogno, per via dei suoi occhi, che mi guardavano attenti. 
Ne ho sentito il calore addosso. Quasi quanto quello delle sue mani, che mi accarezzavano il viso. 

Mi ha avvolta in un abbraccio che mi ha quasi tolto il fiato. Ha raccolto i capelli in una mano, e ha poggiato le sue labbra sulle mie.
Io l’ho immaginato sempre così: deciso, ma tenero.
E forse, in sogno l’ho plasmato secondo i miei pensieri.

Durante questo lungo, morbido, bacio, le sue mani hanno lottato prima con la mia giacca, che alla fine è caduta sul pavimento, poi con i bottoni della camicia bianca, che mi è rimasta addosso. 
Tanto, io mi sentivo già nuda. Ai suoi occhi lo ero. Non c’era emozione che potessi nascondere, davanti a lui. 

La sua bocca sul mio collo, in modo da farmi provare mille brividi. Poi sui capezzoli, tirandoli fuori dal reggiseno. Lo guardavo, mentre li leccava, li succhiava. Mi diceva qualcosa, ma non stavo ad ascoltarlo. Era il suono della sua voce, ad ammaliarmi. Come accade sempre, non faceva che esasperare la mia voglia di sentirlo dentro di me. 

Probabilmente lo avrà percepito, poiché, a distanza di poco, mi ha sollevato la gonna ed infilato la mano dentro gli slip. Mi ha accarezzata per un po’, poi mi ha messo dentro le dita, per verificare quanto, in realtà fossi già bagnata, ed avessi voglia di lui.
Io mi reggevo sulla spalliera del divano, ma iniziava un po’ a mancarmi l’equilibrio, avevo solo voglia di godere e lasciarmi andare.

Afferrandomi dai fianchi, mi ha voltata di spalle. Sollevando la camicia, mi ha baciato la schiena per un tempo che mi è sembrato infinito. Ha spostato una mano sul mio collo, e lo ha stretto con forza. Con l’altra, mi ha dato una pacca sul culo, e poi mi è entrato dentro. Perché questo è il nostro patto.

Nessuna tenerezza, adesso. La mano sul collo sembrava una morsa.
Mi piaceva da morire. Mi sentivo totalmente in suo possesso. 
Potevo soltanto assecondare i suoi movimenti. 
Non si trattava solo di una forza fisica superiore alla mia, ero io che, in quel momento, volevo sentirmi in balìa del suo corpo, dei suoi desideri.
È venuto dentro di me, non avrei voluto altro.

Bello, il nostro patto!


10 commenti:

  1. Fino ad un certo punto sembrava fossi io. Poi no.

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    1. Solo perchè tra noi non c'è un patto?

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    2. Non potrei mai stringerti la gola, o impormi fisicamente solo perché più forte. Anzi, semmai dovrebbe essere il contrario.

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    3. Eh, ma i sogni mica li scegli... Avvengono e basta!

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    4. Anche perché era, giustamente, il tuo sogno.
      Il mio ha i capelli rossi e non devo dormire per farlo ;)

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  2. I’m dancing barefoot
    Heading for a spin
    Some strange music draws me in
    Makes me come on like some heroin..e
    Been

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  3. io ero altrove, quindi non posso essere io ! :-)

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    1. Ma era solo un sogno.
      Potevi esserci, ma non fisicamente! :-P

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  4. Poteva sembrare un mio clone, se non ti avesse sculacciata :D
    Baratto con una presa per le caviglie, nel caso ti volessi divincolare... ;-)

    Che bel gioco erotico, però...

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  5. Un baratto che potrebbe risultare conveniente :-D

    Un gioco bello davvero!!

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