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venerdì 30 agosto 2013

Al primo incontro - Prima parte



Conosco il protagonista maschile del mio post di oggi da anni, ma in maniera molto superficiale, solo perché l’ho sempre visto nel luogo in cui lavoro. 
Da circa un anno abbiamo iniziato a scambiare qualche sorriso, dopo un suo gesto molto galante nei miei confronti. 
Qualche mese addietro, dai sorrisi siamo passati a frasi di circostanza, che ben presto si sono trasformate in monologhi da parte sua. Monologhi che avevano come argomento principale il mio sorriso, la mia gentilezza, e tutte quelle altre cose che a volte gli uomini tirano fuori quando vogliono approcciare una donna.

Alla fine, dimostrando impegno ed una buona tattica, è riuscito a far breccia nella mia “corazza da lavoro”, e abbiamo così deciso di scambiarci i contatti per conoscerci un po’ di più. La fase esplorativa “per iscritto” non è durata molto. 
Io ho declinato il primo invito (per motivi personali). A dire il vero ho rifiutato anche il secondo (ché non sopporto di essere pressata), ed il fatto che sia venuto fuori dicendo che non fosse sua abitudine stare a pregare una donna e che, di conseguenza, aspettava che adesso fossi io a cercarlo, mi ha convinto di aver fatto bene a respingere i due inviti.
Dopo due giorni è tornato a cercarmi. Mi piace chi riesce a cambiare le proprie abitudini, alla fine ho deciso di raggiungerlo. 
L’incontro era nel suo ufficio, proprio sotto casa e in orario di lavoro, quindi qualcosa di informale, ho pensato. 

Confesso di essermi presentata lì con un po’ di ansia. Sono stata accolta da un giovane intorno ai venticinque anni, dietro lui una zona open space con gente che lavorava, ambiente molto formale. Dopo essere stata annunciata, lui mi è venuto incontro, con aria professionale, chiamandomi per cognome ed invitandomi a seguirlo.

Il suo ufficio era molto spazioso. Dei divani, una grande vetrata con una tenda a pacchetto dai colori scuri, due scrivanie, armadi e, con mia grande sorpresa, due grandi stampe di uno dei miei artisti contemporanei preferiti. Io, entrata per prima nella stanza, sentivo un imbarazzo palpabile. Lui era dietro di me. Pensavo di sedermi, iniziare a raccontarmi (da buona logorroica), lui invece, afferrandomi per la nuca e passandomi una mano sulla schiena, ha iniziato a baciarmi. 

Così, senza preavviso (come è giusto che sia), quella lingua nella mia bocca ha iniziato a sciogliere le mie difese, a farmi dimenticare la presenza di mezza dozzina di persone nella stanza accanto, e ho iniziato a desiderare che continuasse a lungo a stringermi in quel modo.


14 commenti:

  1. E il poi arriverà :-)
    Ho aspettato due mesi prima di scrivere di questo incontro, per metabolizzarlo :D

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    1. mmmmhhhh... che somma invidia!

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    2. magari dopo la rossa l'ha preso a pedate nel culo

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    3. No, per il primo incontro niente pedate :-)
      Alla fine l'imbarazzo l'ho vinto quasi del tutto!

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    4. quindi lo hai legato e inchiappettato con il solito strap-on che porti nello zainetto ?

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    5. Non lo avevo portato...non immaginavo finisse in quel modo.
      Ma vuoi delle anticipazioni o aspetti fino ala seconda parte?

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  3. Ciao, mi piace leggerti, ti ho linkata! :) ora esploro un po' i tuoi scritti.

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    1. Ciao Francy, piacere mio!
      Verrò presto a trovarti. :-)

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  4. 'nzomma, l'attesa si fa lunga.
    Friggitoria La Rossa: piu' olio bollente in quale state voi tutti! =:)

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    1. In realtà, nel weekend ho lavorato molto, tutto qui! :-D

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