Insegnanti motivati e pieni di passione possono fare
miracoli. È così che ho iniziato, da bambina, ad amare la Resistenza. Credevo
fosse qualcosa di magico, irripetibile. Non riuscivo a capacitarmi di come donne e uomini, autonomamente, avessero potuto decidere di impegnare, spendere,
perdere la propria vita per la libertà degli altri.
Il mondo incantato della
fantasia di una bambina, iniziò a nutrirsi della Storia. Così vennero fuori
sfumature, interpretazioni storiografiche, testimonianze che, se da una parte
servirono a rendere meno ideale il mio sogno resistente, non fecero che accrescere
l’amore e la gratitudine per le donne e gli uomini che lottarono anche per
poter permettere a me, oggi, di scrivere cavolate su un blog. Non sono qui per
scrivere un’apologia alla Resistenza, ché non è il luogo adatto e non ho il distacco
e la neutralità per farlo (ho sognato più volte di essere una staffetta,
ed è stato un risveglio pieno di nostalgia), cerco solo di tirare fuori i miei
stati d’animo.
Che senso ha, oggi,
vigilia del 25 Aprile, ricordare chi, in nome della Libertà, ha lottato tanto
per il nostro Paese? Non voglio fare nessun riferimento alla classe politica,
io sono stanca delle "nostre" lamentele. Mie e di chi mi circonda. Frutto di qualunquismo e di un forte atteggiamento NIMBY. Sento ogni
giorno gente che accusa il politico corrotto di turno, e poi, quella stessa
gente, è disposta a “vendere” il proprio voto per una ricarica telefonica o un
pieno di benzina. Cosa pretendiamo, poi, da chi conduce così una campagna
elettorale? Con quale coraggio proviamo stupore davanti a scandali che sono
quotidianamente sotto i nostri occhi? Cos’altro siamo disposti a sopportare
prima di indignarci come si deve?
Non arriverà un Deus ex machina a salvarci.
Il non
riconoscermi più in nessun partito, non avere una figura di riferimento, queste
cose mi infastidiscono. Non voglio essere spettatore passivo, io voglio
lottare. Voglio resistere.
Oggi il fiore del partigiano morto per la libertà giace in un angolo. Calpestato, disfatto.
Siamo Italiani mia cara. Siamo gente da exploit, non da pianificazione a lungo termine.
RispondiEliminaTutta la nostra storia è così.
Non aspettarti molto, quindi.
E se anche ci fosse un nuovo exploit, adesso, tempo poco tempo e tornerà tutto come prima.
Secondo me, non ci sarà nemmeno l'exploit!
EliminaBacio
Gattopardiana memoria. Che tutto cambiaffinchè tutto resti com'è.
RispondiEliminaFG
Ed è vero! E mi vengono in mente loro .
Elimina> gente che accusa il politico corrotto di turno, e poi, quella stessa gente,
RispondiElimina> è disposta a “vendere” il proprio voto per una ricarica telefonica o un pieno di benzina.
Non servono altre parole!!!
Purtroppo no. E credo che uscirne sia difficile, se non impossibile.
EliminaA proposito di liberazione...
RispondiEliminaLe masse sono state liberate dalle dittature nate con il modernismo, un tentativo tecnico di industrializzazione e omologazione della società per essere sottoposte alla dittatura della finta libertà del consumismo liquido.
Il grado di loro manipolazione è molto maggiore ora perché usa strumenti più sottili.
I risultati forse anche peggiori, viste le aberranti regressioni, gli sfascismi orribili e tumorali postfascisti dei quali si accorse in primis il visionario Pasolini.
La mancanza di libertà è stata sostituita con la mancanza di libertà percepita come libertà di consumismo.
Penso che il paese non sia migliorato.
No, non è affatto migliorato. Ciò che scrivi è davvero interessante.
EliminaUnUomo, sei sempre avanti! ;-)
oggi è giorno di poesia (sarà il sole):
RispondiEliminaLo avrai camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
Epigrafe ad ignominia
dedicata da Pietro Calamandrei a Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia
Sarò stupidamente ed inutilmente idealista, ma rileggendo l'epigrafe, ieri sera, mi sono commossa.
EliminaGrazie, Baffo, per aver arricchito il blog con queste bellissime parole.
(E benvenuto!)
Brava :-)
RispondiEliminaOggi mi andava così :-)
EliminaCome ti si puo' desiderare diversa?
Elimina:-)
La pozione magica ha ottenuto l'effetto desiderato.
EliminaFinnicella
:-*
basta la parola...
RispondiEliminaCosì è un buongiorno con i fiocchi!
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