Another Chance

Ieri ho incontrato un mio ex amore. Un saluto distratto, giusto un cenno con la mano, come capita spesso in questi casi. 

Fu una mia cugina a farci conoscere. Io avevo rotto da poco con il fidanzato storico, e avevo una visione alquanto distorta delle relazioni sentimentali. Ero molto, molto romantica. Non fu un colpo di fulmine. Era molto distante dai miei canoni, e poi indossava una divisa (lo so, i soliti ideali stereotipati, ma a ventitre anni , nel pieno della mia militanza, li consideravo tutti “servitori dello Stato” nell’eccezione peggiore del termine), ma scoprii in lui una tenerezza e un modo di corteggiarmi mai sperimentati prima. 

Dopo il primo incontro, seguirono telefonate fiume, e quando tornò in licenza ci fu il nostro primo appuntamento. Andammo in un paese che si affaccia sul mare, ce ne sono di meravigliosi, qui dove vivo, e passammo la serata a raccontare di noi. Alla fine ci baciammo. Come in un film mi parve di sentire i violini, durante quel lungo bacio. 

Ancora oggi non riesco a trovare le parole esatte per descrivere quanto mi innamorai di lui. Ero un po’ ridicola, guardandomi con gli occhi cinici di oggi. Avevo un arcobaleno dentro. Provavo gioia per qualunque cosa, per il sole del mattino, per uno stormo di uccelli che vedevo passare, per un fiore appena sbocciato … si, ero ridicola. Ma felice. 

In una delle lunghissime telefonate comunicò che aveva una cosa importantissima da dirmi, e che la prossima licenza era vicina. Nell’ingenuità di una che conosceva poco certe dinamiche, pensai che volesse dirmi che anche lui mi amava. In realtà mi confessò di avere già un’altra ragazza. Da tanto tempo. Me ne andai con il cuore a pezzi. L’arcobaleno venne sostituito da una pioggia scrosciante. Il fatto che non ci fosse stato nessun approccio di natura sessuale mi lasciò indifferente. Pensavo solo al mio cuore ferito. Al sentimento così grande che avevo dentro e che non gli avrei potuto più donare. 

Dopo qualche giorno mi chiamò. Disse di aver sbagliato tutto con me. Ma non era abituato a ricevere tanto amore, e questa cosa lo aveva destabilizzato (questa grandissima cavolata l’ho sentita tante volte, da allora). Poi mi raccontò una cosa inverosimile, accaduta durante una missione, come ulteriore giustificazione del suo comportamento. Ma la cosa incredibile è che io lo amai più di prima. 

Fare l’amore con lui fu il completamento di me stessa. Fu sentirlo dentro di me e desiderare che non uscisse più. Fu gioire di lui con ogni millimetro del mio corpo e sentirmi meravigliosamente piena del suo corpo. Dopo poco, comunque, la storia finì. Per suo volere. Perché non mi fidavo di lui, disse. Perché la sua ragazza scoprì tutto, mi dissero. A pensarci adesso, gli sono grata per le emozioni meravigliose che riuscì a regalarmi, per avermi desiderata e, a modo suo, amata. In quel momento, però, mi sentivo come la protagonista di questo video. (Vi confesso che a volte mi sento così anche adesso!)