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mercoledì 24 aprile 2013

"Ora e sempre Resistenza"



Insegnanti motivati e pieni di passione possono fare miracoli. È così che ho iniziato, da bambina, ad amare la Resistenza. Credevo fosse qualcosa di magico, irripetibile. Non riuscivo a capacitarmi di come donne e uomini, autonomamente, avessero potuto decidere di impegnare, spendere, perdere la propria vita per la libertà degli altri. 
Il mondo incantato della fantasia di una bambina, iniziò a nutrirsi della Storia. Così vennero fuori sfumature, interpretazioni storiografiche, testimonianze che, se da una parte servirono a rendere meno ideale il mio sogno resistente, non fecero che accrescere l’amore e la gratitudine per le donne e gli uomini che lottarono anche per poter permettere a me, oggi, di scrivere cavolate su un blog. Non sono qui per scrivere un’apologia alla Resistenza, ché non è il luogo adatto e non ho il distacco e la neutralità per farlo (ho sognato più volte di essere una staffetta, ed è stato un risveglio pieno di nostalgia), cerco solo di tirare fuori i miei stati d’animo.   
Che senso ha, oggi, vigilia del 25 Aprile, ricordare chi, in nome della Libertà, ha lottato tanto per il nostro Paese? Non voglio fare nessun riferimento alla classe politica, io sono stanca delle "nostre" lamentele. Mie e di chi mi circonda. Frutto di qualunquismo e di un forte atteggiamento NIMBY. Sento ogni giorno gente che accusa il politico corrotto di turno, e poi, quella stessa gente, è disposta a “vendere” il proprio voto per una ricarica telefonica o un pieno di benzina. Cosa pretendiamo, poi, da chi conduce così una campagna elettorale? Con quale coraggio proviamo stupore davanti a scandali che sono quotidianamente sotto i nostri occhi? Cos’altro siamo disposti a sopportare prima di indignarci come si deve?

Non arriverà un Deus ex machina a salvarci. 
Il non riconoscermi più in nessun partito, non avere una figura di riferimento, queste cose mi infastidiscono. Non voglio essere spettatore passivo, io voglio lottare. Voglio resistere. 
Oggi il fiore del partigiano morto per la libertà giace in un angolo. Calpestato, disfatto.


16 commenti:

  1. Siamo Italiani mia cara. Siamo gente da exploit, non da pianificazione a lungo termine.
    Tutta la nostra storia è così.
    Non aspettarti molto, quindi.
    E se anche ci fosse un nuovo exploit, adesso, tempo poco tempo e tornerà tutto come prima.

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  2. Gattopardiana memoria. Che tutto cambiaffinchè tutto resti com'è.
    FG

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  3. > gente che accusa il politico corrotto di turno, e poi, quella stessa gente,
    > è disposta a “vendere” il proprio voto per una ricarica telefonica o un pieno di benzina.

    Non servono altre parole!!!

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    1. Purtroppo no. E credo che uscirne sia difficile, se non impossibile.

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  4. A proposito di liberazione...
    Le masse sono state liberate dalle dittature nate con il modernismo, un tentativo tecnico di industrializzazione e omologazione della società per essere sottoposte alla dittatura della finta libertà del consumismo liquido.
    Il grado di loro manipolazione è molto maggiore ora perché usa strumenti più sottili.
    I risultati forse anche peggiori, viste le aberranti regressioni, gli sfascismi orribili e tumorali postfascisti dei quali si accorse in primis il visionario Pasolini.
    La mancanza di libertà è stata sostituita con la mancanza di libertà percepita come libertà di consumismo.
    Penso che il paese non sia migliorato.

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    1. No, non è affatto migliorato. Ciò che scrivi è davvero interessante.
      UnUomo, sei sempre avanti! ;-)

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  5. oggi è giorno di poesia (sarà il sole):

    Lo avrai camerata Kesselring
    il monumento che pretendi da noi italiani
    ma con che pietra si costruirà
    a deciderlo tocca a noi.
    Non coi sassi affumicati
    dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
    non colla terra dei cimiteri
    dove i nostri compagni giovinetti
    riposano in serenità
    non colla neve inviolata delle montagne
    che per due inverni ti sfidarono
    non colla primavera di queste valli
    che ti videro fuggire.
    Ma soltanto col silenzio del torturati
    più duro d’ogni macigno
    soltanto con la roccia di questo patto
    giurato fra uomini liberi
    che volontari si adunarono
    per dignità e non per odio
    decisi a riscattare
    la vergogna e il terrore del mondo.
    Su queste strade se vorrai tornare
    ai nostri posti ci ritroverai
    morti e vivi collo stesso impegno
    popolo serrato intorno al monumento
    che si chiama
    ora e sempre
    RESISTENZA

    Epigrafe ad ignominia
    dedicata da Pietro Calamandrei a Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia

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    1. Sarò stupidamente ed inutilmente idealista, ma rileggendo l'epigrafe, ieri sera, mi sono commossa.
      Grazie, Baffo, per aver arricchito il blog con queste bellissime parole.
      (E benvenuto!)

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