A me guidare piace. E anche parecchio. In sincerità, per il
parcheggio lascio un po’ a desiderare, ma non c’è nemmeno da stupirsi. Non devo dimostrare che le donne riescono fare tutto meglio degli uomini. Conosco donne degne della 24 ore di Le Mans, ma io non
faccio parte della categoria. Perché sono distratta. E poi sono una puntigliosa
rompiscatole anche alla guida. Se ho la precedenza, me la prendo. Anche se
questo mi è recentemente costato un’ammaccatura (lieve) alla fiancata.
Ieri
Esco da casa per andare a lavoro in evidentissimo ritardo. Invece di
fermarmi allo stop, rallento, certa che non ci siano auto in
arrivo. Invece un’auto c’è. Per pochissimo non la urto. Imbarazzatissima
nei confronti dell’uomo che, infuriato, scende dall'auto, mi preparo a
chiedere scusa. Si avvicina pronto ad inveire contro di me, io apro lo
sportello, gli sorrido (un po’ spaventata) e lui … mi chiede se sto bene, se ho
avuto paura, poi mi dice che sono cose che possono capitare, l’importante è che
nessuno si sia fatto male. Insiste affinchè passi io per prima e mi saluta con
la manina festosa. Incredula, vado a lavoro.
Arrivata con cinque minuti di
ritardo. Ma considerata la quantità di tempo che trascorro lì, nessuno dice mai
niente per un po’ di ritardo.
Arriva uno a chiedermi un’informazione. Di sicuro
non ancora trentenne. Occhiali e abbigliamento strani, un tatuaggio enorme sul
polpaccio. Biascica qualcosa, non capisco. A volte sono rincoglionita. Mi
limito a dirgli “Prego?” E lui, ridendo immotivatamente ed agitando il capo, mi
risponde “Minchia, prego?!?”.
Credendo di
essere semplicemente cortese, mi “permetto” di augurare una buona serata ad un
uomo, di solito molto allegro e simpatico. Invece ieri cosa mi risponde? “Buona
serata? Ma buona serata un cazzo!”
Continuo a lavorare in silenzio per tutta la serata, per evitare che magari
a qualcuno venga in mente di mandarmi a quel paese, viste le premesse. A fine
serata viene il solito collega e mi comunica di aver capito ciò di cui avrei
bisogno (ma chi ha detto che ho bisogno di qualcosa?). Ci vorrebbe qualcuno che
mi scopasse continuamente, per una settimana intera, per sfinirmi, in modo da
togliermi lo sguardo adorante nei confronti degli uomini che incontro. Lui si
offre volontario per la terapia.
Lo sguardo adorante nei confronti degli uomini non andrà via
nemmeno se mi scopassero continuamente per un mese.
Quello sguardo è amore.
Il video di oggi non ha attinenza con il post. Mi è venuto in mente leggendo il blog di Francesco. Ecco cosa si ascoltava intorno a me alla fine degli anni '80. Io ero ancora una bambina, ma le radici sono qualcosa di forte, ed il bello della musica è proprio sopravvivere al tempo che passa. La qualità del video non è delle migliori, ma Mario Venuti così giovane merita proprio!
Oggiho un umore che
non saprei definire. A metà tra l’irritato e il solito modo d’essere.
Mi secca ammettere di non sapere cosa mi turba o meglio, cosa mi infastidisce.
Non è la frivolezza, mia caratteristica imprescindibile, e
nemmeno la mia curiosità, che spesso mi porta a spingermi un tantino oltre. Non
ho mai avuto un gran talento nel distinguere una testa di cazzo da una persona
a modo così, dopo lo scambio di poche parole. E non essendo un dono innato,
dubito che imparerò a farlo ora che i trenta sono abbondantemente superati.
Adesso ho la certezza che carnalmente posso abbattere barriere, superare
ogni tipo di imbarazzo, essere proprio me stessa. Adesso
so che mi basta pochissimo per perdere ogni sorta di inibizione. Che mi si
prenda dai capelli nel modo giusto, ad esempio. O che mi si stringano i polsi e
mi si faccia chinare su di un tavolo. Mi accorgo che questa diventa sempre più
la mia dimensione naturale. Fatta di sospiri e gemiti. Di brividi e di piacere.
Poi però c’è l’altra faccia della medaglia. Se è di un
cuore che mi ostino a dire di non aver bisogno, ho la necessità di una testa
che sia simile alla mia. Anarchica. Che pensa in astratto. Non ingabbiata in
certi sistemi. Naif. Stavolta mi riferisco ad una limpidezza di pensiero che
non ha nulla a che vedere con la purezza di cui parlavo giorni addietro. È quasi
una questione di etica. Un agire in un certo modo solo per il piacere di farlo.
Non perché ci siano finalità sottese e/o nascoste.
Pochi giorni addietro mi sono ritrovata a parlare di figure
retoriche con uno dei lettori che mi seguono dai primi post. Lui, che è sempre
adorabile, il giorno successivo ha scritto queste parole per me:
Odo il caldo
Nella tua rossa bocca
Vedo morbido sapore
Nel tuo lussurioso
odore
Mangio il tuo sguardo
di mandorla
Assaporando i monti
della tua carne voluttuosa
È candida
trasgressione
È perversa santità
Entrando nel tuo umido
e stretto desiderio
Un terremoto di
vibrazioni mi scuote il petto
E bacio il tuo orgasmo
fatato
Mi sono innamorata subito di questi versi.Innanzitutto perché li sento davvero miei, e
poi perché il fatto che lui abbia dedicato un po’ del suo tempo a me, mi
lusinga tanto.
Oggi è il suo compleanno, e quale occasione migliore per
ringraziarlo di un gesto tanto carino?
Rischierei di essere noiosa e ripetitiva, di conseguenza non
scrivo di quanto sia triste vedere che ci sono cose che non cambiano,
sentimenti che non si affievoliscono, groppi in gola che senti come se fossero
una parte di te. Parliamo d’altro, quindi.
A lavoro è venuta a trovarci una ex collega. Donna molto
simpatica ed intraprendente. Ci ha raccontato che da poco sta con un giovane di
padre africano e madre islandese. Lo ha descritto come un figo pazzesco.
Abbiamo tutte dimostrato curiosità, investendola di domande. Ho ascoltato con
grande interesse tutta la conversazione, poi, quando è giunto il mio momento,
ho chiesto se, anche per il suo uomo vale ciò che si dice sugli africani e le
loro dimensioni. Abbiamo sorriso tutte, soprattutto lei, ma la perbenista non ha perso occasione di bacchettarmi: “Sempre la solita. Tu ed i tuoi pensieri impuri!”
Impuro: che non
è puro.
Ma esprimere sinceramente e senza macchinazioni i propri
pensieri non è da puri? Non fingo di essere santa per poi fare l’opposto. Con
nessuno. Mi propongo con tutti così come sono. Il fatto è che il sesso ricopre
un abbondante 85% dei miei pensieri, e non esiste cosa che non interpreti in
chiave sessuale. È un gioco, una maniera per sorridere, per alimentare la mia
già fervida fantasia.
Che poi, i miei pensieri mica sono impuri. Se vedo un uomo
che mi intriga, penso se gli piacerebbe che mi inginocchiassi davanti a lui e
iniziassi a leccare e succhiare con tutta la dedizione di cui sono capace. Se
il numero di uomini è superiore a due, invece, mi piace, per esempio,
immaginarmi in situazioni affollate. Mi vedo bene impegnata su
diversi fronti, con bocca, mani e orifizi tutti impegnati.
Inizia sempre tutto con uno scambio di sguardi. Mi accendo
se vedo che chi ho davanti ha già intuito come sono e vorrebbe darmi ciò che
voglio.
Le scriverò qui, queste fantasie. Per rendermi conto di
quanto siano impuri i miei pensieri.
Ci sono pomeriggi in cui la voglia di lavorare è pressoché nulla.
In queste giornate apatiche posso fare solo due cose per ingannare il tempo:
guardare l’orologio ogni 10 minuti o rivolgere lo sguardo a porte e finestre
sperando di essere fuori.
Ieri
La mia attenzione è attirata da una coppia che
cammina nel parcheggio. Entrambi sui quaranta, si tengono per mano. Poi si
fermano, si dicono qualcosa, lui la bacia in maniera appassionata. La cinge con
forza, le mette una mano tra i capelli, con l’altra le tocca voluttuosamente il
culo. I passanti non perdono occasione di guardare e commentare. Io sorrido,
quasi li invidio.
Poi si staccano, si guardano negli occhi, si baciano ancora
e prendono direzioni diverse. Anzi, lui resta fermo e la guarda allontanarsi,
inviandole con la mano un ultimo bacio. Poi salgono sulle rispettive auto e vanno
via.
Io li conosco questi incontri. Appuntamenti in posti neutri,
pubblici, che non possano destare sospetti/curiosità. La voglia di mescolarsi
tra gente che compie gesti normali, per sentirsi quasi una coppia “normale”, magari
dopo aver passato due ore ad amarsi, scoparsi, scambiarsi anima, sogni e, a
volte, fare progetti che non si realizzeranno mai. Vivere una storia
clandestina, in certi casi, può essere doloroso. Quando vorresti condividere
con l’altro una gioia, o una preoccupazione. Quando hai bisogno di sapere se l’altro
sta bene, ma in realtà non puoi contattarlo. Quando è la sua pelle che vorresti
sentire addosso, ed invece c’è un altro che si muove dentro di te.
Per questo vorrei
bandire i sentimenti.
Anni fa lessi dei commenti a proposito di questa canzone. Giudicavano il testo “egoista”. Io l’ho sempre trovato sublime. E molto vicino a me.
Un sentimento. Egoista o altruista che sia. E' "solo" un sentimento.