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mercoledì 12 giugno 2013

In riva al lago



Credo fosse giugno, proprio come adesso. Una giornata calda, ideale per la spiaggia. Invece no. Lui decise di intraprendere un’escursione con il lago come tappa finale. Luogo meraviglioso, in effetti, ma la mia natura pigra mi convinse a seguirlo solo per il piacere di condividere del tempo. Tralasciando aneddoti buffi e strampalati come quello che mi portò a morire dalla paura poiché indossavo una t-shirt rossa e lì era pieno di mucche (non esiste nessun pericolo, adesso lo so, ma non riuscii a distinguere una mucca da un toro … patetica) ho il ricordo di noi due, distesi a riposare sul prato, sotto gli alberi. Accanto ad un corso d’acqua. Io leggevo “Vita” di Melania Mazzucco, lui non ricordo come impiegasse il tempo.

Poi ho l’immagine di lui che, stendendosi accanto a me, infilò la mano prima nei jeans, poi all’interno degli slip. Mi accarezzò giusto il tempo di sentire la mia eccitazione e poi mi entrò dentro, tenendo una mano sotto la mia testa, per evitare che la sbattessi contro l’enorme sasso che avevo deciso di usare come cuscino. La sensazione che qualcuno potesse sbucare fuori all’improvviso rese tutto naturalmente più stuzzicante, ma nello stesso tempo lo spinse a concludere velocemente, rendendo quel posto il “nostro”, almeno nel mio cuore.
A dire il vero io non sono sicura se questa parte del racconto sia accaduta realmente. Conoscendo lui, potrei dire di no, però io questo ricordo ce l’ho nitido. Lui che mi sfila i jeans, che si muove su di me, che mi bacia il collo, e che alla fine mi coccola. Se non è successo realmente, l’ho desiderato tanto da realizzarlo così bene nella mia fantasia da viverlo. Da sentirlo addosso. E da donarmi un ricordo meraviglioso di quella giornata. 

Quello fu un periodo positivo, per noi. Forse perché volevo che fosse così. Mi ostino a vedere le cose solo come voglio. A volte problemi insormontabili mi sembrano risolvibili, ma anche il contrario. Allora, ad esempio, pensavo che bastasse l’amore. Poi ho iniziato a pensare che questo “fantomatico” amore specie se muove solo uno dei due, non basta. 

Una persona a me molto cara sta affrontando la fine del rapporto in cui tanto ha creduto. Lo sta facendo in maniera acerba, e forse per questo molto sofferta. Dice che vorrebbe imparare da questo suo ritrovarsi di nuovo libera, come se noi fossimo programmati per dire “Da oggi basto a me stessa”, e dare così un nuovo corso alla nostra esistenza. 
La verità è che non è così semplice. Né a 20 anni, né a 30, ma nemmeno a 50, credo. Non si è mai abbastanza maturi per rinunciare in maniera indolore a qualcosa che ci ha fatto stare bene, a qualcosa in cui abbiamo creduto. Non si è mai abbastanza cinici per avere la certezza che da soli sia più facile. Ci si può auto convincere, ma non è lo stesso. 
Amare prima noi stessi per poi amare gli altri. Ho sentito questa frase migliaia di volte. E me ne sono sempre chiesta il perché. Solo adesso inizio a capirlo, forse.


15 commenti:

  1. approcci rubati..proibiti...la paura ...

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    1. E il dubbio...non ricordare se sia davvero accaduto...

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    2. ha importanza...se...e che cambierebbe....??
      viverla realmente e solo nella fantasia cosa ti cambia..?? oggi in questo momento, sono e resterebbero solo le sensazioni..
      se le vivi positivamente, se ti danno la giusta spinta..

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    3. In realtà, con un'immaginazione fervida come la mia, cambia poco! ;-)

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  2. Non è un problema di età. Nessuna maturità o nè il cumulo delle esperienze vissute ti rende così forte da affrontare facilmente un vero amore che finisce. E' sempre più o meno devastante a seconda dell'intensità provata.
    E' vero che prima bisogna amare se stessi, ma dubito sempre un po' di chi pensa di poter bastare a se stesso.

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    1. Mah...io so soltanto che a volte tutto mi sembra chiaro e semplice, altre volte mi sembra di non capirci molto. Nessuno basta a se stesso. Nonostante l'impegno...

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  3. "Non si è mai abbastanza maturi per rinunciare in maniera indolore a qualcosa che ci ha fatto stare bene"
    Secondo alcuni basta praticare il "non attaccamento" ed in effetti, se ci pensi, è vero.
    Basterebbe vivere il presente, il "quieora" come dicono e di problemi non ce ne sarebbero.
    Se non sei attaccato la rinuncia non è così dolorosa. Si può amare intensamente, follemente e poi, quando tutto finisce, non affliggersi più di tanto.
    Questa è la mia fortuna: posso innamorarmi perdutamente di una persona e quando tutto finisce non soffro per quello che non ho più ma sono felice di quello che ho avuto e sono aperto a ricevere qualcosa che avrò ;-)

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    1. Non è facile però. Io la privazione l'ho sofferta sempre.
      Adesso cerco di essere più lucida, ma non riesco sempre.

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  4. Anche qui c'è un lago.
    Più di uno, in effetti.

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    1. Molto, molto distante da te, temo.

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    2. Ti riferivi ad un "luogo geografico"? E chissà, magari siamo vicini! *_*

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    3. Così vicini, così lontani...

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  5. Spero di non vivere la stessa esperienza, come sai sono molto legato ad una persona.

    Stringo questo amore con i denti e spero che duri per sempre, o almeno che abbia il tempo di cambiare ed ingrigire con il tempo ma sempre assieme a lei, come tutte le cose, perché significherà che l'ho vissuto.

    Lo ammetto ho paura, non ricordo chi lo disse ma il "coraggio" non è non avere "paura" ma avere la forza di superarla.

    Speriamo bene.

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  6. Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la consapevolezza che esiste qualcosa di piu' importante della paura stessa “ Ambrose Redmoon

    Si, so che sei molto legato ad una persona. E proprio per questo spero che ciò che desideri si realizzi.
    Tu sai che io invece mi sono distaccata un po' dai sentimenti. Però non mi arrendo. Magari, prima o poi toccherà anche a me.
    Speriamo bene bis.

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