Ricordo di aver scritto, ad Aprile, che la primavera mi
rende frizzante.
Adesso siamo arrivati ad Ottobre, e nonostante qui le
temperature siano ancora estive, l’autunno è già inoltrato. Ma io,
inspiegabilmente, mi sento rinascere.
Adrenalina ed euforia mi pervadono, e ho,
ventiquattro ore al giorno, lo giuro, una voglia incredibile di sesso.
Mi sveglio con il desiderio di approfittare della generosa
erezione mattutina, affronto la giornata crogiolandomi in fantasie mie o
suggerite, scrivendo, parlando di sesso come un espediente per desiderarlo
ancora di più, fino a quando, stanca dopo una giornata di lavoro e di voglie,
avverto l’esigenza fisica di concretizzare.
Accarezzarmi, usare le mie dita per un piacere veloce, intimo
e solitario, sono compensazioni che non fanno altro
che aumentare la necessità di essere scopata con vigore, così come mi spetta, come
mi piace.
Lui, di solito, va a dormire presto. Io no. Scrivo fino a
tardi, a volte leggo, spesso mi concedo meravigliose conversazioni via
mail/whatsapp, che alimentano il fuoco che ho
dentro.
Ieri sono andata a letto tardi, eccitata più del solito.
L’ho
cercato, sperando che si svegliasse.
Qualche anno addietro, mi avrebbe mandata
a quel paese. Adesso credo che abbia capito che, in questi casi, è meglio “accontentarmi”,
ché in ogni caso, quando ho tutta questa voglia, scopo lo stesso. Anche senza
di lui.
Ieri, mi sono infilata sotto le coperte. Nuda, visto che il
clima è tanto sadico da imporci un’estate interminabile. Ho iniziato ad
accarezzare il suo corpo con il mio, a toccarlo dove so che preferisce.
Nessuna reazione.
Dandogli le spalle, gli ho generosamente offerto il mio
culo, strofinandolo su di lui, decisa a non fermarmi.
Ecco, finalmente, la sua mano in mezzo alle mie cosce. A
sollecitare il clitoride, ad accarezzarmi.
Io desideravo solo che mi entrasse
dentro. Ci siamo incastrati in una posizione strana, che non saprei spiegare. E
mentre lui spingeva forte dentro di me, io, che mi sentivo piena di lui,
desideravo di esserlo ancora di più. Desideravo che continuasse a muoversi
fortissimo, che non mi desse tregua.
Invece, alla fine, la tregua è arrivata.
Da poco ha inaugurato la consuetudine di venire sul mio
viso. Questa cosa, secondo me, lo imbarazza un po’, ma nello stesso tempo, gli
piace.
A me piace tantissimo, ma pensandoci bene: cosa non mi
piace?
Quando ho cercato i suoi occhi, mi sono accorta che erano
quasi chiusi. Come se avesse fatto tutto in dormiveglia.
Spenta la luce, gli ho chiesto: “Ricominciamo?”