In farmacia

Ieri, in farmacia, una coda interminabile, chiassosa e litigiosa. 

Dopo circa un quarto d’ora, arriva il mio turno. Mi trovo davanti un farmacista che, ad occhio e croce, può essere l’uomo della mia vita: capelli lunghi, barba fintamente incolta, occhi chiari, lineamenti del viso belli, una piccola farfalla tatuata sul polso.

È necessario sapere che, ogni volta che incontro un uomo che mi piace, vado subito oltre. Immagino come potrebbe prendermi, in che modo potrei toccarlo, cerco di trovare, nel suo sguardo, conferme ai miei pensieri. E tutto in una frazione di secondo.

Anche in questo caso. Ci scambiamo un sorriso. Io arrossisco, lui se ne accorge e continua a sorridere e a guardarmi mentre io, con gli occhi bassi, chiedo delle informazioni. Si allontana per cercare ciò che mi serve.

La verità è che io mi immagino già nella stanzetta accanto lo scaffale dei dentifrici, dove di solito la gente misura la pressione. 

E vedo anche lui, con me. 

Con il camice sbottonato, mi accompagna verso il muro. Io stringo le spalle, un po’ incerta, quasi stupita. Lui infila una mano sotto la mia camicia bianca, un po’ trasparente e molto leggera, la sbottona. Lecca il mio ombelico, sfiora il bordo del reggiseno di pizzo nero, tira fuori le mie dolci tettine, e le strapazza un po’. 

Le lecca, succhia i capezzoli, li morde…

Ecco, mentre sono immersa in questo meraviglioso pensiero, lui torna dal deposito. 

Alla radio, Creep, dei Radiohead. 

Lui si ferma ad ascoltare, ed io penso: “Sì, è il mio uomo!”

Mi guarda e afferma: “Ma questi hanno copiato Vasco Rossi!”.

Aspetto che mi dia lo scontrino, prendo il resto e vado via.