Ogni volta la preparazione prevede un’accurata scelta dell’abbigliamento
(di solito jeans attillati, t-shirt nera, pelle, borchie), capelli più vistosi e
vaporosi del solito, smokey eyes drammaticamente scuri. Questo perché ci sono
degli appuntamenti che richiedono veri e propri riti preparatori, che rendono l’attesa piacevole quanto l’evento stesso. La
compagnia di quattro amici e amiche decisamente under 30, rende l’atmosfera
piuttosto frizzante, e il look dark si scontra con l’espressione da bambina stupita e affascinata che assumo ogni volta che che arrivo davanti ad un palco,
con gli strumenti già disposti in ordine e i tecnici che accordano le chitarre.
Stavolta ho scelto di stare nelle prime file. Sono circondata da giovanissimi,
età media 25, le poche mie coetanee sono in coppia, e questo mi fa sentire
ancora più fan in età tardo-adolescenziale. Si abbassano le luci, il cuore mi
batte forte, e inizio a sentire la musica attraverso la gabbia toracica, la
sento sulla pelle, mi entra dentro dai pori. Canto tanto da non riuscire più a
parlare, alla fine. Siamo tutti vicini, c’è chi poga, io sento addosso le mani
di chi non conosco, siamo tutti accomunati dalla stessa passione, e ci perdiamo
in un mondo naif, popolato da spiriti, anime, personaggi che incarnano le
nostre paure, i nostri insuccessi, ma con leggerezza. In oltre due ore di musica,
celebro la voglia di godere delle mie passioni. Di non crescere. Di seguire ciò
che mi fa stare bene, di accettare il mio “essere un po’ fuori dal comune”.
Alla
fine della serata, nel banchetto del merchandising, acquisto uno dei fumetti
disegnati dal cantante. Ne possiedo già altri, fanno parte dei mie piccoli
tesori. Ci accorgiamo che lui è a qualche passo da noi (il bello di partecipare
ad eventi in piccole associazioni) e si intrattiene con qualche fan che timidamente gli
chiede un autografo. Ci avviciniamo. Gli porgo il fumetto per un autografo
(proprio come una ragazzina!) e lui mi accontenta. Con gentilezza. Gli sorrido,
lo ringrazio. Ricambia il sorriso, mi accarezza la spalla. Con tenerezza. Vedo in quel gesto tutta la delicatezza dei testi che canta. L’attenzione per
le piccole cose. Perché spesso sono le piccole cose, a fare la differenza. Mi
allontano e leggo ciò che c’è scritto nella prima pagina del fumetto: “Dedicato
a chi, nel ’94, aveva 15 anni e oggi ne ha 17”.
E sorrido. Io, nel ’94, avevo 15 anni.
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Photo: LaRossa |
Piccola nota. La serata è stata bellissima, piena di
emozioni, ma questo non significa che abbia messo da parte la mia seconda
passione. Circondata da under 25, mi sono resa conto di quanto prediliga l’uomo
un po’ più maturo. Ero a quasi un metro dal batterista. L’ho guardato
ininterrottamente per tanto, tanto tempo. Quei muscoli tesi, il suo modo di
determinare il ritmo:mi ha eccitata da morire. Per tutto il tempo. Ma lo
sentivo proprio in mezzo alle cosce, il desiderio di farmi scopare. Sono proprio una groupie mancata!