Sono disordinata. Libri e custodie vuote di cd sparsi
ovunque. Poi ho una scatola di latta (come nei cartoni animati) in cui conservo
vecchi ricordi, cose che non posso correre il rischio di perdere. Vecchi
moleskine pieni di appunti e di testi di canzoni, fiori essiccati, cartoline,
il pacchetto di sigarette in cui il mio primo ragazzo scrisse il suo numero di
telefono (non esistevano ancora i cellulari), musicassette storiche e tante
foto. Ieri ne ho scovato una che non ricordavo di avere. Distesa sul letto, gli
occhi socchiusi, un sorriso accennato, i riccioli mi incorniciavano il viso, i
capezzoli turgidi, come sempre.
Avevo volontariamente dimenticato l’esistenza di questa
foto. Ma il momento in cui fu scattata lo ricordo bene. Era la vigilia della
mia partenza. Sarei rimasta via per due settimane, per lavoro (non mio), e il
pensiero ci faceva stare male. Riservarci una giornata intera non fu facile. Ma
quando chiudevamo dietro di noi la porta di casa, eravamo una vera coppia. Cucinare
in una casa non mia non mi è mai piaciuto, ma quella era un po’ casa mia. Ne
possedevo le chiavi e mi sentivo al mio posto lì, insieme a lui.
Dopo il pranzo mi prese per mano e mi condusse in camera da
letto. Adoravo quella stanza. Così calda. Sapeva di noi. Giocammo, quel
pomeriggio. Indossavo la sottoveste che amava tanto. Me la lasciò addosso. Mi
portò davanti allo specchio, lui dietro di me, mi cinse le spalle con un
abbraccio, mi fece chinare un po’ e mi prese così. In modo che lo potessi
guardare attraverso l’immagine riflessa. Mi piaceva quell’immagine. Se avessi
potuto, avrei fermato il tempo, per goderne il più possibile. Poi mi distesi sul
letto. In realtà lui voleva solo una cosa. Voleva sempre la stessa cosa. Voleva scoparmi la bocca. Il resto era solo
un modo per occupare il tempo. A volte gli piaceva bendarmi. Quel giorno no. Mi
lasciò liberi i polsi e gli occhi. Lo vidi godere. Ne sentii il sapore. Dopo
iniziò a fotografarmi. Tanti scatti, tante risate, tanti fotogrammi di noi. Mi
disse che desiderava passare il resto dei suoi giorni nella mia bocca. Ma niente è per sempre.
Photo : Victor Ivanovski
Forse è un bene...nel senso che se fosse per sempre alla fine potrebbe perdere fascino la cosa. Invece quando hai qualcosa come quello che descrivi nel tuo post, sai che non sarà per sempre e quindi ne assapori completamente ogni piccolo istante, ogni secondo
RispondiEliminaIn quel momento pensavo potesse essere per sempre. Certe cose si comprendono solo con il tempo.
EliminaForse è proprio perché non può essere per sempre che può essere divino.
RispondiEliminaScoprire mondi, emozioni, reazioni sempre nuovi. Sperimentarsi. Sì, è perchè non può essere per sempre, che può essere divino.
RispondiElimina