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lunedì 18 marzo 2013

La fotografia



Sono disordinata. Libri e custodie vuote di cd sparsi ovunque. Poi ho una scatola di latta (come nei cartoni animati) in cui conservo vecchi ricordi, cose che non posso correre il rischio di perdere. Vecchi moleskine pieni di appunti e di testi di canzoni, fiori essiccati, cartoline, il pacchetto di sigarette in cui il mio primo ragazzo scrisse il suo numero di telefono (non esistevano ancora i cellulari), musicassette storiche e tante foto. Ieri ne ho scovato una che non ricordavo di avere. Distesa sul letto, gli occhi socchiusi, un sorriso accennato, i riccioli mi incorniciavano il viso, i capezzoli turgidi, come sempre.
Avevo volontariamente dimenticato l’esistenza di questa foto. Ma il momento in cui fu scattata lo ricordo bene. Era la vigilia della mia partenza. Sarei rimasta via per due settimane, per lavoro (non mio), e il pensiero ci faceva stare male. Riservarci una giornata intera non fu facile. Ma quando chiudevamo dietro di noi la porta di casa, eravamo una vera coppia. Cucinare in una casa non mia non mi è mai piaciuto, ma quella era un po’ casa mia. Ne possedevo le chiavi e mi sentivo al mio posto lì, insieme a lui.
Dopo il pranzo mi prese per mano e mi condusse in camera da letto. Adoravo quella stanza. Così calda. Sapeva di noi. Giocammo, quel pomeriggio. Indossavo la sottoveste che amava tanto. Me la lasciò addosso. Mi portò davanti allo specchio, lui dietro di me, mi cinse le spalle con un abbraccio, mi fece chinare un po’ e mi prese così. In modo che lo potessi guardare attraverso l’immagine riflessa. Mi piaceva quell’immagine. Se avessi potuto, avrei fermato il tempo, per goderne il più possibile. Poi mi distesi sul letto. In realtà lui voleva solo una cosa. Voleva sempre la stessa cosa. Voleva scoparmi la bocca. Il resto era solo un modo per occupare il tempo. A volte gli piaceva bendarmi. Quel giorno no. Mi lasciò liberi i polsi e gli occhi. Lo vidi godere. Ne sentii il sapore. Dopo iniziò a fotografarmi. Tanti scatti, tante risate, tanti fotogrammi di noi. Mi disse che desiderava passare il resto dei suoi giorni nella mia bocca. Ma niente è per sempre.

  
Photo : Victor Ivanovski

4 commenti:

  1. Forse è un bene...nel senso che se fosse per sempre alla fine potrebbe perdere fascino la cosa. Invece quando hai qualcosa come quello che descrivi nel tuo post, sai che non sarà per sempre e quindi ne assapori completamente ogni piccolo istante, ogni secondo

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    1. In quel momento pensavo potesse essere per sempre. Certe cose si comprendono solo con il tempo.

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  2. Forse è proprio perché non può essere per sempre che può essere divino.

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  3. Scoprire mondi, emozioni, reazioni sempre nuovi. Sperimentarsi. Sì, è perchè non può essere per sempre, che può essere divino.

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