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martedì 5 marzo 2013

Scopare o spazzare?



Vi ho già raccontato dell’inizio della mia esperienza lavorativa, di quanto fosse piacevole essere la mascotte. Adesso che i ruoli si sono invertiti, mi ritrovo circondata da giovani dotate di bigottismo vero e falsissimi pudori. E' diventato assolutamente vietato, ad esempio, usare verbi come “scopare” per riferirsi all’atto di usare una scopa per pulire …”Ché la gente cosa potrebbe pensare? Spazziamo …”. Ma cosa vuoi che pensino di te con una scopa in mano? Che vuoi usare il manico per fare la lap dance?

Il massimo della trasgressione si raggiunge quando viene a trovarci un merchandiser (carino, nella norma, non gli dedicherei più di dieci minuti di bocca) che evidentemente solletica ciò che in loro si avvicina maggiormente alle fantasie erotiche. Sorrisi e commenti, come è giusto che sia. E poi tutte a precisare che compagni e mariti sono a conoscenza di questa “simpatia”, perché non c’è niente da nascondere.

Questa sincerità a tutti i costi, in realtà, non la vedo di buon occhio. Certo, io sono sfuggente, maestra nel negare l’evidenza, ma una via di mezzo?
 Se incontro un uomo che fisicamente mi attrae, non mi limito a considerarlo figo. Forse immaginate già cosa mi passi per la mente. E avete ragione! Inizio a fantasticare in base alle caratteristiche di chi ho davanti: se si tratta di un ragazzo, penso che mi piacerebbe farlo arrivare dove non si è ancora spinto. Se ha l’aria vissuta, mi lascerei guidare verso ciò che magari non ho ancora raggiunto io.  Se ha delle belle mani, ho quasi la sensazioni di sentirle addosso. Se ha un atteggiamento distaccato ed autoritario, desidero solo di obbedire ai suoi ordini, e via dicendo.                                   
Duttile. Come materia prima nelle mani di un artista che vuole plasmarla. 

A volte penso a cosa accadrebbe se i pensieri si vedessero da fuori, allora arrossisco. Soprattutto a lavoro, così mi mimetizzo in mezzo alle altre. Perché in quel contesto, posso solo aspettarmi scene come questa:


12 commenti:

  1. Poi un giorno dovrai fare uno specchietto con la scala dei valori misurata in quanti minuti di bocca merita il tizio...ahahah :-)

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  2. Ahahah...in realtà non esiste una scala misurata in minuti. Si tratta solo di eccitazione & affini. Magari il figo, a conoscerlo meglio, merita, e i minuti possono diventare 20 o 30. Io non ho limiti :-D

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  3. Un pompino di 30 minuti? Potresti convertirmi sai? Ahahha

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  4. Il pudore e il moralismo che lo alimenta, forse, non sono così ostili all'eros.

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    1. Il pudore ha una connotazione privata, è positivo. Il moralismo no. Mi sa di chiusura, di ostilità.

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  5. Ahahah volevo dire che io posso andare avanti senza problemi, non mi stanco mica!! Il resto dipende da te ;-)

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  6. Gli concederesti 10 minuti di pompino???

    Pensare che c'è chi si accontenterebbe dei fermi al box della ferrari in formula 1 !!!!


    Hahahahahahahahaahaha

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    1. Gli concederei 10 minuti ti "bocca", che poi comprendono anche il pompino. E glieli concederei in quanto, questi 10 minuti, sicuramente renderebbero felice anche me. La fermata ai box va bene se non c'è tempo a disposizione, ma se il tempo c'è, perchè non dilatare i tempi? E se i minuti diventano 15? Tanto la bocca è mia, e ci impiego il tempo che mi pare!! :-P
      Benvenuto Cavalier Amaranto!! ;-)

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  7. Mah, immagino che i loro bravi pensieri se li faranno anche le giovin bigotte. Magari in solitudine. O no, povere vittime? :)

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    1. Sessualità, sentimenti ed emozioni appartengono ad una sfera privata ed intima. Proprio per questo meritano rispetto. Io tengo per me la parte esuberante, anche per non turbarle, e vorrei lo stesso rispetto. Tra pensare qualcosa e dirla ad alta voce, non credo ci sia tanta differenza. Solo che io, ormai, indosso la lettera scarlatta. L'unica vera vittima è la spontaneità, credo.
      Benvenuto Wutternach, è un piacere leggerti ;-)

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  8. Spontaneità che è una vittima pesante. Grazie, il piacere è mio.

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    1. Se tutti modifichiamo la nostra vera natura per evitare critiche o credendo di apparire migliori di ciò che siamo, la spontaneità diventa davvero una vittima. Pesante. Io non credo di essere incline al sacrificio. Non più di tanto.

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